Città del Vaticano, 30 ott. (LaPresse) Dio perdona la ‘pecorella smarrita’ come un “padre” non come “impiegato di tribunale che legge una sentenza e dice: ‘Assolto per insufficienza di prove’. Ci perdona da dentro. Perdona perché si è messo nel cuore di questa persona”. Lo ha sottolineato papa Francesco nella messa celebrata a Santa Marta. “E’ interessante – ha detto Bergoglio nell’omelia in spagnolo di cui riferisce Radio Vaticana – che nella parabola che noi tutti conosciamo del Figliol Prodigo, si dice che quando il padre – che è una figura di Dio che perdona – vede arrivare suo figlio ebbe compassione. La compassione di Dio non è avere pietà: non ha nulla a che vedere una cosa con l’altra”. (Segue).
“Io – ha osservato ancora – posso avere pietà di un cane che sta morendo”, ma la compassione di Dio è altro: “è mettersi nel problema, mettersi nella situazione dell’altro, con il cuore di Padre. Per questo ha mandato suo Figlio”, ha spiegato. Nell’omelia, il Papa ha ricordato ancora che “Gesù curava la gente però non è un ‘guaritore’. No! Curava la gente come segno, come segno della compassione di Dio, per salvarla, per rimettere al suo posto nel recinto la pecorella smarrita, i soldi smarriti da quella signora nel portafoglio. Dio ha compassione. Dio ci mette il suo cuore di Padre, ci mette il suo cuore per ciascuno di noi. E quando Dio perdona, perdona come Padre e non come un impiegato del tribunale”.