Milano, 13 ott. (LaPresse) – La guardia di finanza di Milano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del vice presidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani, e di altre due persone. L’ordinanza è stata emessa dal gip di Milano, Stefania Pepe. Mantovani è accusato di concussione, corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti. I pm milanesi contestano a Mantovani di aver truccato gare di trasporto dei malati dializzati.
Anche l’assessore all’Economia indagato. Tra i 13 indagati nell’ambito dell’inchiesta milanese c’è anche l’attuale assessore all’Economia del Pirellone Massimo Garavaglia. Le accuse, formulate dal procuratore aggiunto Giulia Perrotti e del pm Giovanni Polizzi a seguito di un’indagine del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, sono di corruzione, concussione e turbativa d’asta anche se, da quanto si apprende, nel corso dell’inchiesta, non sarebbero stati documentati passaggi di denaro.
DAL 2012 AL 2014. L’inchiesta riguarda il periodo tra il 6 giugno 2012 e il 30 giugno 2014. Nei confronti di Mario Mantovani, vicepresidente ed ex assessore alla Salute della Regione Lombardia, all’epoca dei fatti anche senatore e sottosegretario ai Trasporti e sindaco di Arconate, le accuse sono di concussione, corruzione aggravata e turbativa d’asta. Lo si legge nel comunicato che riferisce riguardo l’ordinanza emessa dal gip Stefania Pepe e firmata dal procuratore Edmondo Bruti Liberati. Stesse accuse per Giacomo Di Capua, suo collaboratore e dipendente della Regione, e per Angelo Bianchi, ingegnere del provveditorato interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria.
PERQUISIZIONI E SEQUESTRI. Sono state eseguite, si legge ancora nell’ordinanza, perquisizioni e sequestri di documenti in relazione ad altre ipotesi di reato, ovvero abuso d’ufficio e turbativa d’asta, ascrivibili a Mantovani in concorso con altri soggetti. Gli accertamenti sono scattati nelle sedi delle province di Milano, Pavia, Varese, Vercelli e Rimini, negli uffici degli indagati in Regione nonché in 9 abitazioni e 17 enti o società riconducibili, oltre ai 3 arrestati, anche a 12 ulteriori indagati che hanno concorso a vario titolo nei reati menzionati.