Milano, 13 ott. (LaPresse) – “Come mai Cocò era stato affidato al nonno? Esiste il supremo interesse del minore, serviva una famiglia affidataria. E’ stato lasciato in mano a figure inadeguate per crescere un piccino di 3 anni. Quanti bambini fanno da scudo agli adulti?”. Così la psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi intervenuta a ‘Pomeriggio Cinque’, commentando la svolta nelle indagini sulla morte del Niccolò Capolongo (Cocò), bimbo di tre anni ucciso e poi bruciato assieme al nonno e alla compagna di quest’ultimo nelle campagne di Cassano Ionio il 19 gennaio del 2014. I carabinieri del Ros hanno notificato in carcere, dove si trovavano detenuti per altra causa, il provvedimento di arresto a Cosimo Donato e Faustino Campilongo, due esponenti dei clan della zona di Sibari, accusati di triplice omicidio e distruzione di cadaveri.