Modena, 1 ott. (LaPresse) – La polizia e la guardia di finanza di Modena, nell’ambito di un’operazione denominata ‘The Untouchables’, hanno eseguito 5 provvedimenti cautelari personali emessi dal gip del Tribunale di Modena, Eleonora De Marco, per estorsione, usura e corruzione. L’indagine, coordinata dai sostituti procuratori della Repubblica di Modena Marco Niccolini e Claudia Natalini, ha permesso al commissariato di Sassuolo e al nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Modena di individuare e disarticolare un gruppo criminale operante nelle provincie di Modena e Reggio Emilia e, in particolare, nel distretto ceramico tra i comuni di Sassuolo, Fiorano Modenese, Casalgrande e Castellarano. Con i provvedimenti cautelari sono stati messi agli arresti domiciliari i due principali esponenti del gruppo criminale, per i reati di usura, estorsione e corruzione, mentre con le altre tre misure coercitive, invece, è stato disposto il divieto di dimora e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di tre appartenenti all’Arma dei carabinieri, tra i quali uno in congedo, per i reati di corruzione, abuso d’ufficio, rivelazione di segreti di ufficio e favoreggiamento.
L’attività investigativa è stata avviata nel 2013 a seguito di alcune segnalazioni pervenute da operatori finanziari con cui erano state evidenziate operazioni poco chiare, dietro le quali vi era il sospetto di vere e proprie operazioni di riciclaggio di flussi di denaro di illecita provenienza. L’organizzazione, avvalendosi della forza intimidatrice dovuta alla notorietà di uno dei membri, appartenente a una famiglia di pregiudicati di Sassuolo, e delle condizioni ambientali createsi nel comprensorio ceramico a causa del periodo di crisi economica, ha svolto, per anni, attività di usura ed estorsione nei confronti di privati ed imprenditori che si rivolgevano a loro a causa dell’impossibilità di accedere ai canali di credito tradizionali.
L’attività della polizia, scaturita da accertamenti finanziari su appartenenti a un clan operante a livello locale, dopo i primi riscontri investigativi ha trovato numerosi punti di contatto con altre indagini che le fiamme gialle di Modena stavano svolgendo seguendo una pista investigativa nata dalle risultanze di alcune precedenti inchieste. Le convergenze sono risultate tali da permettere all’autorità giudiziaria locale di riunire l’intero contesto d’indagine in un unico procedimento e coordinare le due forze di polizia per smantellare un sodalizio che da anni agiva indisturbato, tanto da far apparire i suoi appartenenti quasi ‘intoccabili’, da qui il nome dell’operazione di oggi. L’attività ha consentito di quantificare interessi usurari per i prestiti che arrivavano anche al 417% all’anno, oltre a far emergere estorsioni perpetrate attraverso condotte intimidatorie. Gli illeciti profitti realizzati venivano poi reinvestiti in attività commerciali quali bar e pizzerie tra i più noti del comprensorio di Sassuolo, nonché in aziende che operano nel campo della carpenteria metallica, dell’edilizia e della meccanica, i cui titolari ufficiali risultavano essere solo prestanome del gruppo criminale, che manteneva l’assoluto controllo delle attività.
Tra gli episodi delittuosi accertati nel corso delle indagini, le condotte minacciose e vessatorie nei confronti della compagna di un parente, vittima di incidente mortale nel marzo del 2013, con il fine di ottenere l’affidamento della figlia in tenera età e poter poi incassare il premio di una polizza sulla vita intestata al congiunto, nonché l’eventuale risarcimento assicurativo; il danno arrecato ai gestori di una pizzeria limitrofa a quella di proprietà del sodalizio, obbligati – poiché concorrenti – a chiudere l’esercizio e continuare a pagare comunque l’affitto dell’attività, salvo rilevare un altro locale in un’altra zona di Reggio Emilia grazie a un oneroso mutuo per il quale uno degli arrestati aveva prestato una garanzia, a fronte della quale aveva poi preteso una somma esorbitante (circa 60mila euro). In ultimo, l’usura ai danni di un piccolo artigiano di Sassuolo, costretto a emigrare all’estero perché ridotto in miseria dagli interessi applicati a un prestito ricevuto, a causa di alcune difficoltà economiche, da parte di uno degli indagati.
I protagonisti del gruppo criminale sono riusciti negli anni a tessere, tra l’altro, una fitta rete di collegamenti con alcuni appartenenti alle forze dell’ordine e pubblici ufficiali per ottenere agevolazioni, facilitazioni o anche solo informazioni utili allo svolgimento o alla prosecuzione delle loro attività illegali. Il gip ha disposto il sequestro preventivo, per sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio disponibile, di conti correnti e titoli per un valore di quasi 1,7 milioni di euro, nonché di alcune auto di lusso intestate e in uso agli indagati.