di Denise Faticante
Città del Vaticano, 1 ott. (LaPresse)- “L’indifferenza e il silenzio aprono la strada alla complicità quando assistiamo come spettatori alle morti per soffocamento, stenti, violenze e naufragi”. Soprattutto, “non si abbia più paura”. Papa Francesco, nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebrerà domenica 17 gennaio 2016, chiede accoglienza e misericordia e usa toni chiari e fermi per richiamare l’attenzione sull’ondata migratoria.
E se la prima questione che s’impone – spiega Francesco – è superare l’emergenza, occorre poi guardare alle cause delle migrazioni e ai cambiamenti che producono e alle conseguenze che imprimono alle società e ai popoli. “La Chiesa è in prima linea – ricorda il Papa – nell’accoglienza, ma anche nel difendere il diritto di ciascuno a vivere con dignità” e “il diritto a non emigrare per contribuire allo sviluppo del Paese d’origine”.
L’INTEGRAZIONE – Per Francesco, una buona ricetta, per la gestione della situazione, è il rispetto reciproco nei diritti e nei doveri. “La presenza dei migranti e dei rifugiati – scrive il pontefice – interpella seriamente le diverse società che li accolgono” e si deve prevenire “il rischio della discriminazione, del razzismo, del nazionalismo estremo o della xenofobia”.
“E’ importante – sottolinea- guardare ai migranti non soltanto in base alla loro condizione di regolarità o di irregolarità, ma soprattutto come persone che, possono contribuire al benessere e al progresso di tutti, in particolar modo quando assumono responsabilmente dei doveri nei confronti di chi li accoglie, rispettando con riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del Paese che li ospita, obbedendo alle sue leggi e contribuendo ai suoi oneri”.
NORME POCO CHIARE – Bergoglio accentua l’attenzione sull’aspetto umano dell’immigrazione, perché un migrante, prima di essere rifugiato, regolare o clandestino, è una persona. Per il pontefice, che richiama i governi, una delle cause delle ripetute tragedie è proprio “la carenza di normative chiare e praticabili, che regolino l’accoglienza e prevedano itinerari di integrazione a breve e a lungo termine, con attenzione ai diritti e ai doveri di tutti”.
DIRITTO A NON EMIGRARE – Secondo Bergoglio, “in ogni caso è necessario scongiurare, possibilmente già sul nascere, le fughe dei profughi e gli esodi dettati dalla povertà, dalla violenza e dalle persecuzioni”. Ricorda, infatti, che se i profughi “sopravvivono agli abusi e alle avversità”, devono poi “fare i conti con realtà dove si annidano sospetti e paure”.
Poi un richiamo alle coscienze: “nessuno – sottolinea- può fingere di non sentirsi interpellato dalle nuove forme di schiavitù gestite da organizzazioni criminali che vendono e comprano uomini, donne e bambini come lavoratori forzati nell’edilizia, nell’agricoltura, nella pesca o in altri ambiti di mercato”.
PARROCCHIE E INFORMAZIONE – Una sferzata il Papa però la lancia all’informazione prima e alle parrocchie poi. Scrive Francesco: “Non cessano di moltiplicarsi anche i dibattiti sulle condizioni e sui limiti da porre all’accoglienza, non solo nelle politiche degli Stati, ma anche in alcune comunità parrocchiali che vedono minacciata la tranquillità tradizionale”. E critica anche i media perchè poco attenti al fenomeno, del quale offrono un’immagine che contribuisce all’attuale “clima di paura e sospetto”.