Roma, 19 set. (LaPresse) – “E’ inaccettabile che nel nostro Paese si possa morire perché vittime di bullismo. Esprimo la mia indignazione per quanto avvenuto a Borgo d’Ale, in provincia di Vercelli, dove la violenza scellerata di alcuni ‘bulli’ ha portato un ragazzo di 26 anni a suicidarsi per sfuggire definitivamente a una persecuzione disumana”. Lo scrive in una nota Paola Ferrari, portavoce dell’Osservatorio nazionale bullismo e doping.
“Deriso dal vivo e sul web – aggiunge – con tanto di video pubblicati su Youtube, la giovane vita di Andrea Natali è stata spezzata per sempre: nessuno, ora, può tirarsi indietro perché siamo tutti colpevoli non essendo riusciti a proteggere e tutelare questo ragazzo. Non possiamo, tuttavia, arrenderci: proprio per questo ribadisco la necessità di prevedere un reato ad hoc sul bullismo e sul cyberbullismo all’interno del nostro ordinamento giuridico. Partendo da una chiara definizione delle fattispecie che devono essere prese in considerazione, questo reato può fungere da deterrente per un fenomeno che nel nostro Paese sta assumendo i contorni di una vera e propria violenza diffusa”.
“E’ necessario certamente tutelare anche i minori che sbagliano, ma allo stesso tempo non possiamo permettere di farli agire in modo indisturbato. L’aspetto della vicenda di Vercelli che più indigna, infatti, è che Andrea aveva trovato il coraggio di denunciare, ma non è bastato. Il Governo metta subito in campo misure straordinarie per fermare la spirale della violenza che si esprime attraverso il bullismo e il cyberbullismo”.