Vercelli, 18 set. (LaPresse) – “Non siamo bulli come ci hanno descritto. Andrea non si è tolto la vita per causa nostra”. Ad affermarlo è Luca Giolitto, proprietario della Carrozzeria del Borgo di Borgo d’Ale dove il 26enne Andrea Natali, il giovane che nei giorni scorsi si è tolto la vita impiccandosi nella sua stanza lavorava. “Andrea era un ragazzo timido – racconta Giolitto a LaPresse -. Da due anni non lavorava più da noi, dopo che nel 2013 aveva avuto attacco di depressione. Per sei mesi si era messo in mutua. E in quel momento uno dei miei meccanici è stato chiamato dalla polizia postale per le foto pubblicate su Facebook”. Il giovane secondo la ricostruzione fatta dai genitori, sarebbe caduto in depressione dopo essere stato vittima di cyber-bulli. “Foto normali che si fanno tra ragazzi. La polizia postale me le ha mostrate. In una era seduto su un bidone della pattumiera, l’altra si trovava in un carrello. Nessuna foto nuda. Solo scatti scherzosi che si fanno tra amici. Niente di più”. Per quelle foto era stato indagato un ex collega di lavoro del giovane per violazione della legge sulla privacy e violenza privata. “Il processo è stato a marzo – continua Giolitto – era stata chiesta l’archiviazione. Ma il gip si è opposto. Ora capiremo se e come muoverci contro queste accuse infondante”. La Procura di Vercelli ha intanto aperto un nuovo fascicolo contro ignoti per fare chiarezza sulla morte di Andrea.