Petrini (Slow Food): Migranti? Tengono in piedi sistema alimentare

Di Jan Pellissier

Bra (Cuneo), 18 set. (LaPresse) – “Il sistema alimentare italiano senza i migranti non sta in piedi. Mi riferisco ad esempio a chi raccoglie i pomodori trattato come schiavo. Sono i contadini della nuova Italia. Prepariamoci alla accoglienza, perché questa umanità possa diventare integrata e una forza di lavoro determinante per l’agricoltura europea”. Così Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, parlando con LaPresse margine della inaugurazione della manifestazione dedicata al settore caseario ‘Cheese’ a Bra, in merito al tema dei migranti.

“L’aspetto dell’immigrazione – dice Petrini – ha molte componenti. Il documento di Papa Francesco evidenzia che le incongruenze e le ingiustizie in qualche angolo del mondo si riflettono altrove e parla di una ondata migratoria rispetto alle piante e alle coltivazioni, col cambiamento climatico. Bisogna avere una visione di connessione. Questa riflessione deve essere planetaria. Papa Francesco ha fatto un’altra bella riflessione in tempi non sospetti: c’è una terza guerra mondiale, fuochi di violenza che si generano qua e là e che ricadono tutti nella stessa situazione, Iraq, Libia, Egitto, la situazione è di seria minaccia della pace. Le ricadute sono sociali e geopolitiche, dobbiamo a tutti i costi diventare protagonisti del governo di questa situazione difficile”.


Lo sfruttamento della forza lavoro, il caporalato, è un tema strettamente connesso a quello dell’immigrazione e per Carlin Petrini “la prevenzione” contro questo fenomeno “è importante per estirpare il problema al suo nascere. Se non andiamo all’origine, la situazione non la risolviamo”. I “nostri produttore” e “la nostra industria”, spiega il fondatore di Slow Food devono “informarsi”, altrimenti diventano “complici”. “Il caporalato – dice Petrini – è gestito da cooperative di quei paesi lì” e “se l’intermediario è lo schiavista di turno, allora sei responsabile, non è che non conti nulla. Ai produttori di vino e di frutta lo dico: devono avere documentato il reddito finale per ogni singolo cooperatore, perché i lavoratori sono sotto schiaffo”.