Acido, Magnani minacciato dagli altri detenuti, chiamato “infame”

Milano, 17 set. (LaPresse) – “Infame” perché ha parlato con i magistrati e ha ricostruito i movimenti della “banda dell’acido”. Così gli altri detenuti del carcere di Opera e del carcere di Monza hanno minacciato e insultato Andrea Magnani, il presunto complice di Alexander Boettcher e Martina Levato nelle aggressioni con l’acido. Le minacce, da quanto si apprende da fonti legali, sarebbero iniziate nel carcere di Opera, dove Magnani, difeso dagli avvocati Andrea Etteri e Guido Guella, è stato rinchiuso fino a metà giugno, prima in isolamento poi in regime di alta sorveglianza. E proprio nell’ultimo mese di detenzione nel penitenziario alle porte di Milano, quando il regime carcerario per il bancario si è allentato, consentendogli ad esempio di andare in biblioteca e trascorrere con gli altri detenuti l’ora d’aria, sarebbe stato avvicinato e minacciato con frasi come “sei un infame, stai attento”. La sua “colpa” sarebbe stata quella di aver “venduto” Boettcher con le sue rivelazioni ed essersi dipinto come una vittima del broker 30enne.

Un ruolo ben diverso gli è stato riservato, invece, per lui da Martina Levato, che nel suo memoriale (depositato nel corso del processo per l’aggressione a Pietro Barbini, che si è concluso con un condanna per lei e per il compagno Alexander Boettcher a 14 anni) aveva detto che era stato Magnani a partecipare a tutti i blitz e a lanciare l’acido sul viso di Barbini, mentre lei aveva mirato ad altre parti del corpo. Anche Boettcher, nel suo memoriale, aveva descritto Magnani come un vero e proprio complice.

Le minacce sono proseguite quando Magnani, a metà giugno, è stato trasferito nel carcere di Monza, dov’è stato sistemato in cella con altri detenuti. Qui le pressioni, da quanto si apprende, si sarebbero fatte più pressanti.