Giubileo, pellegrini low cost? In oltre 100 strutture si può

di Elisabetta Gramolini

Roma, 5 set. (LaPresse) – Oltre 110 strutture, fra case per ferie e d’accoglienza, per un totale di 12mila posti letto, pronte ad ospitare i pellegrini che arriveranno a Roma nei 10 mesi del Giubileo Straordinario. Quello delle sistemazioni presso conventi e istituti religiosi è un settore in crescita nella Capitale. Già prima dell’annuncio dell’Anno Santo. L’offerta è per tutti i gusti e le tasche. Camere singole, doppie, quadruple o camerate. Gli alloggi sono spartani oppure più curati.

Comunque tutti assicurano la prima colazione e una pulizia impeccabile. I prezzi battono la concorrenza. Rispetto a un albergo tradizionale, gli ordini e le congregazioni che gestiscono le case hanno tariffe inferiori. “Anche del 30%”, afferma Andrea Misuri, responsabile della società ‘Istituti religiosi’, sorta di intermediario fra le strutture e i pellegrini.

Si può persino dormire spendendo meno di 20 euro a notte, “se magari – spiega Misuri – il gruppo si è accordato con il sacerdote della parrocchia per un pernotto senza pretese”. Molto, però, dipende dalla ‘location’. Come per il circuito tradizionale degli hotel, anche le case per ferie variano se a due passi dal Cupolone o da piazza del Popolo. In questi casi, la cifra sale e sfiora quella delle normali camere d’albergo.

“La logica però è completamente diversa – dice Andrea Misuri -. Negli istituti religiosi si offre un servizio che non ha nulla di commerciale. Più votato all’esperienza del pellegrinaggio che al guadagno”. Anche ‘Istituti religiosi’, il network che dirige, segue quest’ottica: “Impossibile paragonarlo ad altri siti di ricerca hotel”, dice Misuri. Quanto alle polemiche sulle tasse allo Stato italiano, evase da alcune strutture religiose, grazie alle agevolazioni per i luoghi di culto, il direttore è sicuro: “La maggior parte paga le tasse. Non fosse altro – aggiunge – perché per aprire agli ospiti hanno dovuto chiedere un cambio di destinazione d’uso all’amministrazione con il conseguente obbligo di versare Imu e tassa di soggiorno”.

Tutto è alla luce del sole. “Niente è intascato a nero”, afferma il responsabile, che poi ammette: “Ci sono anche le mele marce, come in tutti settori. Suore manager e quant’altro. Ma è anche vero che chi ospita in semplicità fa meno notizia di chi specula”. E per il Giubileo, rimane qualche posto libero? “Per l’Anno Santo, finora, c’è più fermento che grandi numeri”, risponde. Alcuni hanno prenotato, “più stranieri, provenienti da tutta Europa, che italiani”, informa Misuri, ma il grosso è atteso a ridosso dell’apertura della Porta Santa l’8 dicembre.

“L’aspettativa per questo evento è tanta – riconosce il responsabile -, ma non credo che i risultati saranno pari all’attesa creatasi. Mi aspetto una grande affluenza solo in alta stagione, fra marzo e giugno”. Sulla possibilità che gli istituti aumentino i prezzi nei dieci mesi di Anno Santo, il direttore è categorico: “Non esiste stagionalità”. Piuttosto, replica: “Ad aprile ci siamo rivolti al Comune per evitare gli errori commessi nel 2000, quando mobilità e vigilanza sui costi degli hotel lasciarono molto a desiderare, ma non siamo stati presi in considerazione”.