Roma, 28 ago. (LaPresse) – Non è mortale la Dengue, la malattia diagnosticata a Salvatore Girone, il marò trattenuto in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori nel febbraio del 2012. A dirlo è il dottor Luigi Toma, responsabile dell’ambulatorio di infettivologia dell’Ifo di Roma. Il virus, trasmesso dalle punture di zanzare, è endemico nei Paesi del sud-est asiatico e dell’Africa sub-sahariana, specie nelle aree più umide. “In Italia – spiega l’esperto -, il centinaio di casi registrato ogni anno è dovuto prettamente ai turisti che tornano da soggiorni in questi luoghi. Se la malattia viene curata con i giusti antivirali e una terapia di sostegno che aiuti a ristabilire la giusta funzione dei reni e l’idratazione dell’organismo, il paziente guarisce nel giro di 2-4 settimane”.
Girone è ricoverato in un ospedale di New Delhi. Le sue condizioni, secondo il ministero della Difesa che ha inviato anche due medici italiani, non destano preoccupazioni. Sulla capacità di trattamento negli ospedali indiani, il dottor Toma non ha dubbi: “Nella maggior parte dei Paesi dove il virus è endemico, sud-est asiatico e l’Agrica sub-sahariana, l’assistenza sanitaria è abbastanza pronta a diagnosticare la Dengue. L’India e in particolare gli ospedali di una metropoli come New Dehli – sottolinea l’infettivologo – sono in grado quindi di curare il marò. Non fosse altro perché avranno gli occhi di tutti puntati”. Fra le patologie emorragiche, la Dengue è la meno grave. “Non è come l’Ebola – chiarisce l’esperto Luigi Toma – l’importante è non sottovalutare i sintomi e recarsi in pronto soccorso o meglio ancora in un centro ospedaliero specializzato in malattie infettive”.
Attenzione, però, le prime manifestazioni potrebbero passare inosservate a un occhio poco esperto: febbre raffreddore, mal di pancia e gola. “Noi specialisti – afferma l’infettivologo – siamo abituati però a chiedere ai pazienti che lamentano questi fastidi se sono stati in Paesi dove la malattia è endemica”. A chi è appena tornato da una vacanza in questi luoghi l’esperto suggerisce di effettuare un accertamento in ospedale se compaiono i sintomi. “Basta un semplice esame del sangue – aggiunge – per cui si paga il ticket. Solo se la patologia non viene curata adeguatamente i sintomi possono divenire importanti come vomito ripetuto, febbre alta, perdita di sangue nelle feci e nelle urine”. Quanto al rischio contagio, non c’è da preoccuparsi. “Il virus – dichiara – è trasmesso solo attraverso la puntura della zanzara infetta e non dall’uomo. I migranti che vengono dall’Afica o dall’Asia prima del viaggio sono in buona salute”.