Roma, offensiva anti-occupazioni, sgomberato studentato

di Irene Pugliese

Roma, 25 ago. (LaPresse) – La polizia è arrivata all’alba, il giorno dopo le polemiche sulle case popolari assegnate ad affiliati della famiglia Casamonica per pochi euro al mese. Decine di agenti hanno fatto irruzione nello studentato Degage, in via Antonio Musa: una elegante palazzina dei primi del ‘900, in pieno quartiere Nomentano, vicino all’università La Sapienza, occupata da studenti e precari dal 6 aprile 2013.

Quel giorno, che gli attivisti dei Blocchi precari metropolitani ricordano come il loro ‘Tsunami tour’, 700 tra stranieri, studenti e disoccupati avevano dato l’assalto a diversi immobili romani sfitti. Fra questi anche lo stabile di via Musa: l’idea – qui – era di creare alloggi per gli universitari, vista la vicinanza con la Sapienza. Il progetto era stato chiamato ‘Dégage!’ (‘Vattene!’, in francese), come il grido con cui i tunisini cacciarono il loro presidente Ben Ali all’inizio della Primavera araba.

Con il loro ‘tsunami’, i movimenti per la casa avevano occupato 13 palazzi disabitati, srotolando striscioni di protesta e portando così a oltre cento i palazzi occupati abusivamente in tutta Roma. Un fenomeno contro cui dal gennaio 2014 le autorità hanno però inasprito il contrasto.


“Da gennaio 2014 le occupazioni non ci sono più. O, meglio, appena le forze dell’ordine ne hanno notizia, intervengono subito”, spiegano dalla sede romana del sindacato Unione Inquilini. Da quest’estate poi l’ordine del prefetto di Roma Franco Gabrielli è ancora più diretto: stop alle occupazioni e smantellamento o regolarizzazione degli edifici ancora nelle mani di abusivi. “Dagli ultimi dati emerge che sono ancora una cinquantina in tutta Roma”, precisano ancora dal sindacato.


Di certo l’azione di oggi è stata un segnale forte in questo senso. L’edificio di via Musa, che è stato riconsegnato al suo proprietario, il fondo Bnp Paribas, rappresentava un simbolo dell’emergenza abitativa nella Capitale: “In tutto eravamo una trentina ad abitare lì, ma oggi eravamo in pochi perché è pieno agosto”, racconta Alessia, studentessa fuori sede.

Insieme a una ventina di persone, dopo lo sgombero è stata portata in commissariato e identificata. Questa mattina stava ancora dormendo quando la polizia ha fatto irruzione all’improvviso: “Hanno chiuso la strada da entrambe le parti con una decina di camionette e sono entrati scavalcando il cancello dal giardino dei vicini”, precisa la giovane che nel 2013 ha deciso di risiedere allo studentato ‘Degage’ perché “gli affitti a Roma per noi universitari sono troppo alti”.

Il messaggio è chiaro e corre sui social network, dove l’appoggio ai ragazzi sgomberati arriva da diverse parti. Soprattutto dalle associazioni studentesche che insistono sul fatto che vivere a Roma per gli studenti sia diventato praticamente impossibile. “Nella Roma di Mafia Capitale – è l’unico commento che campeggia sulla pagina Facebook del progetto ‘Degage’ -, del funerale dei Casamonica e dell’emergenza abitativa, degli affitti da 500 euro per una stanza nei quartieri universitari, del diritto allo studio che non esiste, si sta portando avanti l’ennesima provocazione nei confronti di chi non ha una casa né un futuro”.

A sera, Alessia aspetta ancora i suoi ex coinquilini davanti al commissariato: “Dove andremo adesso? – si chiede preoccupata – Ci appoggeremo ad altre occupazioni”.

251914 Ago 2015