Casamonica, quando realtà supera fiction Gomorra e Romanzo criminale

Roma, 21 ago (LaPresse) – Quando Sky aveva trasmesso, con grande successo di pubblico e di critica, Gomorra e Romanzo criminale, serie ispirate alla realtà della camorra e alle vicende della banda della Magliana, c’erano stati fiumi di polemiche. E s’era parlato di nuovo di ‘televisione cattiva maestra’.

Ma, adesso, la vicenda dei funerali del boss romano Vittorio Casamonica prova, una volta di più, che la realtà va spesso oltre la fiction: l’omaggio al ‘principe’, che aveva ‘conquistato Roma’, prima di ‘conquistare il paradiso’, non è certo stato indotto da produzioni televisive, per di più curate e d’eccellente fattura, ma è frutto d’atteggiamenti e convinzioni radicati in certi settori della nostra società.

La considerazione è presente in molti commenti e riflessioni sulla vicenda romana. Fare emergere il marcio, denunciandolo, vale molto di più che tacerlo. Su questo punto, c’è un’ampia convergenza: ne è, del resto, una prova lo spazio dato dai media di tutti gli orientamenti alla storia.

Nonostante le critiche della concorrenza più tradizionalista alla sua innovazione ‘narrativa’, Sky s’è sempre fatta un vanto, a buona ragione, delle sue serie – ultima in ordine di tempo nello stesso filone 1992 – la cui qualità è valsa livelli di successo internazionali mai ottenuti prima da prodotti italiani, fino all’esportazione negli Stati Uniti.

Dove, non a caso, il funerale del boss Casamonica ha mediaticamente ‘sfondato’: vergogne italiane che è meglio denunciare piuttosto che celare, evitando di aggiungere lo stereotipo dell’omertà agli altri.