Roma, 13 ago. (LaPresse) – Il 78 per cento degli italiani in vacanza nell’estate 2015, quando mangia fuori, è attratto dalla cucina tipica del luogo in cui si trova mentre solo il 15 per cento vuole continuare a mangiare le pietanze a cui e abituato a casa durante l’anno e solo un 6 per cento preferisce la cucina internazionale. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè divulgata in occasione del primo bilancio del piano estivo di controlli della guardia di finanza a tutela dei consumatori nelle località turistiche contro i falsi e le contraffazioni. Il desiderio della maggioranza degli italiani si scontra infatti, sottolinea la Coldiretti, con il rischio ‘tarocco’ molto diffuso nella vendita di prodotti alimentari tipici e nei menù acchiappaturisti. Il pericolo frodi riguarda anche i souvenir enogastronomico del luogo di vacanza come oli extravergini, formaggi, salumi e conserve.
Per non cadere negli inganni e nelle frodi il consiglio della Coldiretti è quello di rivolgersi direttamente agli agricoltori e agli allevatori nei mercati e nelle fattorie certificati da Campagna Amica, quello di scegliere uno dei 4886 prodotti tradizionali censiti dalle regioni, uno dei 415 vini doc o docg o uno dei 271 prodotti Dop o Igp italiani riconosciuti dall’Unione europea e distinguibili dal caratteristico logo (Dop/IgpP) a cerchi concentrici blu e gialli con la scritta per esteso nella parte gialla ‘denominazione di origine protetta’ o ‘indicazione geografica protetta’ mentre nella parte blu compaiono le stelline rappresentative dell’Unione europea. Per l’extravergine di oliva è in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle olive anche se la provenienza va ricercata con attenzione in etichetta con il vero olio italiano riconoscibile da scritte come ‘ottenuto da olive italian’, ‘ottenuto da olive coltivate in Italia’ o ‘100% da olive italiane’ mentre per i miscugli di provenienza diversa deve essere specificato, precisa la Coldiretti, se si tratta di ‘miscele di oli di oliva comunitari’, ‘miscele di oli di oliva non comunitari’ o di ‘miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari’. Nelle località più turistiche più frequentate, continua la Coldiretti, è più facile imbattersi in ristoranti che offrono ricette stravolte la cotoletta alla milanese preparata con carne di pollo o maiale, fritta nell’olio di semi al posto della carne di vitello fritta nel burro, ma anche piùsemplicemente l’oliera contenente olio di dubbia qualità e provenienza spacciato come italiano Dop.
Secondo la Coldiretti è bene fuggire rapidamente di fronte ad una locanda romana che offre spaghetti alla carbonara con prosciutto cotto al posto del guanciale e formaggio grattugiato al posto del pecorino romano. Tra i piatti più traditi nella costiera amalfitana ci sono ,continua la Coldiretti,- la tipica caprese servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte, mentre in quella ligure non mancano i casi di pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli e con il formaggio comune che sostituisce l’immancabile parmigiano reggiano e il pecorino romano. Un inganno che colpisce anche la tradizione siciliana, con la pasta alla Norma preparata spesso con semplice formaggio grattugiato al posto della ricotta salata. Ma tra i falsi culinari più sfacciati lungo tutta la penisola durante l’estate figurano anche, conclude la Coldiretti, il tiramisù con la panna al posto del mascarpone e gli spaghetti alla bolognese, una invenzione per stranieri completamente sconosciuta nella città emiliana.