Molecole invisibili ai controlli: la galassia delle nuove droghe sintetiche

Di Alessandra Lemme

Roma, 10 ago. (LaPresse) – Vengono acquistate online, o prodotte in laboratori arrangiati nelle case e vendute spesso in piccole quantità ai giovani e non solo. Sono le nuove droghe sintetiche consumate in molti locali di tendenza e nei luoghi della movida presi d’assalto dagli adolescenti nel weekend. Finiscono sui giornali solo quando provocano la morte, ma le reali conseguenze su chi le assume ancora non si conoscono fino in fondo. Nel 2014 in Europa sono state scoperte 101 nuove droghe. A giugno nel commentare la relazione annuale dell’Agenzia europea delle droghe il commissario europeo agli Affari interni e migrazioni, Dimitris Avramopoulos, ha sottolineato: “Ci troviamo di fronte a un mercato globalizzato e in rapido mutamento che richiede una risposta rapida, determinata e condivisa”.

La risposta al momento non c’è proprio, e le oltre 500 molecole di droghe sintetiche scoperte fino a oggi sfuggono, nella quasi totalità, sia al contrasto delle forze dell’ordine sia ai test medici. Basti pensare che, secondo il Viminale, nel solo mese di giugno a fronte di sequestri per oltre 11mila chilogrammi di cannabinoidi e 475 chilogrammi di cocaina, in tutta Italia sono state ritirate 77 tra dosi e pasticche di ecstasy e simili. Secondo Maurizio Fiasco, sociologo e docente alla Scuola superiore di polizia, da anni le forze dell’ordine sono concentrate “sulle rotte internazionali del traffico di droga, per colpire le organizzazioni e portare risultati solidi dal punto di vista probatorio”, ma la distribuzione di anfetamine sfugge totalmente a questi sistemi di contrasto perché non è riconducibile a grandi partite che viaggiano attraverso oceani o cieli, ma in migliaia di piccole dosi, provenienti spesso da India e Cina, spedite da oltre mille siti web che vengono modificati ogni giorno.

“Mentre possiamo concepire una strategia sul sistema mondiale del traffico di stupefacenti – sottolinea Fiasco – su queste droghe che hanno una filiera corta i nostri sistemi sono meno efficaci, per cui non abbiamo neanche il peso statistico dell’effettiva diffusione del consumo, quello che sappiamo è che sono preferite dagli adolescenti perché hanno un effetto euforizzante e prestazionale e per questo si concentrano in quei templi del divertimento notturno che poi in occasione di tragedie vengono stigmatizzati”.

Anche dal punto di vista medico le nuove droghe sintetiche sono un capitolo ancora da scoprire delle cosiddette “sostanze di abuso”: sono difficili da analizzare perché serve un test per ognuna delle 500 molecole presenti sul mercato. Questo rende pressoché impossibile controllarne l’assunzione con i test rapidi utilizzati al posti di blocco, sottolinea Carlo Locatelli, direttore del Centro nazionale di informazione tossicologica (Cnit) della fondazione Salvatore Maugeri: “Ci sono sostanze come i catinoni che danno gli stessi effetti della cocaina ma non vengono cercati nei test – afferma Locatelli – lo stesso vale per gran parte delle chetamine e dei cannabinoidi sintetici, che tra l’altro a differenza delle droghe classiche in molti casi non sono neanche illegali”. “Quello che sappiamo è che a parità di quantità sono molto più potenti delle vecchie sostanze – prosegue Locatelli – e che, oltre ad essere difficili da identificare, provocano danni solo in parte noti”.

Le conseguenze più pesanti, quando non si muore, le subisce il cervello: “E’ un nuovo problema – sottolinea Locatelli – di sanità pubblica perché noi scopriamo ogni giorno conseguenze devastanti sul sistema nervoso centrale delle quali vedremo sempre più gli effetti. La verità è che, di fronte alla varietà e quantità di sostanze che i consumatori abituali provano, sarà difficilissimo in un futuro prossimo capire qual è quella che più li ha danneggiati”.