Di Chiara Dalla Tomasina
Rho (Milano), 10 ago. (LaPresse) – Per lei questo agosto ha un significato particolare, quello della rinascita. E’ Lucia Annibali, l’avvocatessa di Urbino che, nell’aprile del 2013, è stata pesantemente sfregiata al volto e alla mano da uno sconosciuto che le ha gettato addosso dell’acido. Il mandante dell’aggressione, si è scoperto poi, era il suo ex fidanzato Luca Varani, che non aveva accettato la fine della loro relazione. A ventotto mesi da quel tragico momento, dopo un lungo percorso fatto di piccoli grandi passi, una delle “riconquiste”, come le chiama lei, è andare, tra pochi giorni, di nuovo al mare con un gruppo di amici. “Sarà la mia prima vacanza da quando sono stata aggredita – racconta a LaPresse con un po’ di emozione l’avvocatessa, in visita a Expo -, noi ustionati abbiamo paura del sole, ma io voglio superare una volta per tutte questo blocco”.
Minuta ma dalla volontà di ferro, Lucia, nonostante quattordici operazioni (e non sono ancora finite), porta addosso i segni dell’aggressione: è una donna bellissima, ma al minimo raggio di sole deve indossare grossi occhiali neri perché ha gli occhi ancora sensibili alla luce. La pelle del volto è ancora irregolare e anche il colorito non è uniforme, ma lei racconta di piacersi così, anche se il volto che ha adesso ha poco in comune con il suo aspetto di prima. La cosa a cui tiene di più è non far passare la sua esperienza come una vicenda soltanto negativa. “La mia storia è molto positiva, invece, per questo è importante farla conoscere – racconta a LaPresse -, anche se parte inizialmente da un fatto molto tragico, molto drammatico. Però in realtà racchiude in sé tanto ottimismo e tanta speranza. La mia esperienza dimostra che anche da una cosa negativa si può arrivare dovunque, se uno lo vuole davvero”.
Dei tanti passi avanti fatti, quale quello di cui essere più orgogliosa?
“Sono molto orgogliosa di me stessa in generale, già nel momento in cui per la prima volta mi sono rialzata dal letto d’ospedale, e soprattutto quando ho recuperato la vista: quelli sono stati due momenti di grandissima soddisfazione personale. Anche il mio viso è una grande conquista per me, ma tutto il ‘poco’ che riesco a fare quotidianamente è già un passo avanti, una riconquista. Nella mia situazione devo ricominciare un po’ tutto da capo, quindi riuscire a fare le cose che tutti considerano ‘normali’, e che per me non lo sono, è una grande conquista”.
Delle tante manifestazioni di affetto ricevute, quali le più significative?
“La giornata al Quirinale è stata un’esperienza molto emozionante (in occasione della Giornata internazionale della violenza contro le donne del 2013, quando il presidente Giorgio Napolitano l’ha nominata Cavaliere al merito della Repubblica, ndr). Un altro momento molto toccante è stato quando mi è stata conferita la cittadinanza onoraria della città di Parma come simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, perché Parma per me vuole dire tantissimo. Sono stata curata al Centro grandi ustioni dell’ospedale di quella città, quindi aver ricevuto questo riconoscimento mi ha molto emozionato”.
Quale messaggio vorrebbe mandare alle altre donne che hanno vissuto o stanno vivendo una situazione di violenza?
“A queste donne voglio dire di cercare di uscire il prima possibile da questa situazione. Devono pensare che c’è sempre una possibilità, un’alternativa, e che tutti meritano di essere felici e quindi anche loro. Però devono ricordarsi che la felicità bisogna sapersela costruire, non dipende solo dagli altri, ma innanzitutto da noi: la nostra qualità di vita è una nostra responsabilità”.
Quali sono i suoi piani per il futuro?
“Ho bisogno ancora di un po’ di tempo. Prima di dedicarmi a qualche progetto futuro, voglio pensare un po’ a me stessa. In questi due anni ho fatto tante cose, tanti interventi, e non sono ancora finiti. Però ammetto di aver avuto anche la possibilità di fare cose che mi sono molto piaciute, anche attraverso il libro che ho scritto con Giusi Fasano, ‘Io ci sono, la mia storia di non amore’. Per esempio, ho potuto incontrare i ragazzi nelle scuole e questa è una cosa che mi piace moltissimo. Spero in futuro di poter continuare per questa strada, magari trasformandola in un impegno quotidiano”.