di Maria Elena Ribezzo
Roma, 9 ago. (LaPresse) – Sono passate appena tre settimane da quando Lamberto Lucaccioni, 16 anni, ha perso la vita in uno dei locali di punta dell’estate italiana, il Cocoricò di Riccione. Questa mattina all’alba una sorte analoga è toccata a Lorenzo Mario Toma, 18 anni, quasi 19, di Lecce, che si è accasciato ed è morto in pista al Guendalina di Santa Cesarea Terme (Lecce), locale frequentatissimo del Salento.
Era andato a ballare con la ragazza e alcuni amici. Uno di loro ha detto di averlo visto bere da una bottiglia non sua e di averlo visto poi sentirsi male. Erano le 6.30 del mattino, sono stati attimi concitati. Il locale era molto affollato per una serata techno, del ciclo ‘Techno experience’ con il dj e produttore statunitense Jeff Mills. Il Guendalina, arroccato su un promontorio, un paio di chilometri sul centro abitato, non è semplice da raggiungere in ambulanza, in particolar modo se l’arrivo dei mezzi coincide con il traffico creato dal rientro a casa di molti avventori.
Due ambulanze del 118 sono arrivate da due paesi più o meno vicini, Poggiardo, a 10 chilometri, e Scorrano, a circa 20. “Abbiamo provato a soccorrerlo, a fargli il massaggio cardiaco, la respirazione bocca a bocca. Le autoambulanze non arrivavano. Sono arrivate dopo 40 minuti e il ragazzo è morto”, ha spiegato il manager Vincenzo De Robertis, intervistato in radio. “Le ambulanze sono state chiamate alle 7.40, sono arrivate alle 7.55. Considerando la posizione del locale sono stati tempestivi”, dicono i carabinieri.
Non ci sono cifre effettive sul numero di persone che ieri affollavano il locale. Ufficialmente l’arena, pista principale della struttura, può contenere circa 2.500 persone, ma c’è un’altra pista superiore, il bar, una piscina, altri spazi aperti in cui i ragazzi aspettano l’alba e vanno avanti fino a mattina inoltrata. Nelle serate in cui il Guendalina registra il pienone, possono transitare tra le 4mila e le 6mila persone. Di certo, il locale è uno dei club più frequentati, definito da molti un ‘luogo sacro’ per gli amanti dell’house music.
“Da qualche anno, però, la linea è cambiata”, dice a LaPresse un ex Pr del locale. “Sono andato via quando ha iniziato a virare molto più sulla techno music che sull’house e l’ambiente non mi piaceva più”, lasciando intendere un legame tra il pubblico della techno e un uso più frequente di sostanze illecite. E’ così famoso, che basta il simbolo di un bacio, logo ufficiale del locale, sui manifesti ad annunciare le serate, senza il nome, senza indicazioni sul luogo: tutti sanno bene dove andare quando compare il ‘bacio’. Quest’anno la rivista internazionale Dj Mag l’ha classificato al 49esimo posto sui 100 migliori club al mondo di musica house, cosa che ha ulteriormente incrementato i clienti, soprattutto non autoctoni.
Sulla pagina Facebook del locale gli avventori hanno protestato perché i proprietari, questa mattina, non avevano speso una parola sulla morte di Lorenzo: “Stamani nel vostro locale si è spento un ragazzo. Sulla vostra pagina non una traccia di rammarico o lutto. Del resto è solo un numero in più e una vita in meno, nulla di anomalo nella contabilità ordinaria dei vostri mortifici”, ha scritto un utente. Le ultime immagini pubblicate sul profilo del locale, infatti, sono quelle di un’arena strapiena di ragazzi con le braccia alzate e il fumo intorno al dj. Alcuni di loro indossano occhiali da sole nonostante la notte fonda. Gli utenti però si sono divisi: “Ora è inutile puntar dito contro discoteche e contro lo Stato – ha scritto un altro ragazzo -. Il problema è tutt altro, ognuno è responsabile di ciò che assume in un locale!”.
Molto più duro il sindaco di Gallipoli Francesco Errico, che in un tweet scrive: “Se le famiglie esercitassero un po’ più di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco. Se non sai educare non procreare”. Il corpo del giovane Lorenzo si trova ora nell’obitorio dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, in attesa di esame autoptico. Intanto, il prefetto di Lecce Claudio Palomba ha convocato per domani alle 13 una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza per discutere della vicenda.