Rho-Pero (Milano), 31 lug. (LaPresse) – ‘Educare gli studenti alla lotta agli sprechi alimentari, a casa e a scuola’. Questo il tema dell’incontro che si è tenuto oggi nel Vivaio scuole del padiglione Italia ad Expo nell’ambito delle iniziative del ministero della Salute. LaPresse ne ha parlato con la dottoressa Barbara Paolini, medico nutrizionista dell’Azienda ospedaliera universitaria senese, vicesegretario nazionale Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica).
Quali sono i numeri dello spreco alimentare in Italia?
“E’ abbastanza alto, anche se non siamo tra i Paesi che sprecano di più al mondo. Il primato è dell’Olanda, mentre pare che la Grecia sia più parsimoniosa e noi ci troviamo a metà di questa classifica. Rispetto al 2013, c’è stato un risparmio di spreco nel 2014: 8,1 miliardi di euro di spreco di generi alimentari rispetto agli 8,7 miliardi dell’anno precedente. Se si parla di quantità effettiva di cibo sprecato, possiamo fare una stima settimanale che va dai 200 grammi ai due chili a settimana pro capite. Quindi, numeri abbastanza alti, considerando che su un bilancio settimanale della famiglia può incidere in maniera abbastanza importante”.
Come si spiega la riduzione dello spreco?
“Pare che la crisi, per quanto negativa, su questo punto abbia portato un lieve beneficio, se si vuole chiamare così. C’è sicuramente una maggiore attenzione nel fare la spesa, che è una delle regole che dovremmo seguire: una spesa mirata, cioè comprare non cibo in quantità eccessive rispetto a quello di cui abbiamo bisogno, soprattutto per quanto riguarda i cibi freschi, con una data di scadenza più breve. Anche il riutilizzare degli scarti e degli avanzi è importante. Pare che gli italiani non li amino molto e tendano a buttarli via. Invece, dovremmo dargli nuova vita con nuove ricette o, semplicemente, utilizzandoli nel pasto successivo”.
Si può fare una classifica degli errori comuni che commettiamo?
“Ci sono delle regole fondamentali da seguire. Fare una spesa mirata, programmata e un elenco delle cose che ci mancano, controllando prima la dispensa per vedere, effettivamente, quali sono i cibi di cui abbiamo bisogno e non comprarne in una quantità eccessiva. Quindi, anche sul 3×2 dei prodotti deperibili dobbiamo stare attenti, perché si rischia che poi scadano e li buttiamo. Inoltre, sicuramente, riporre in maniera corretta il cibo nel frigorifero: nei ripiani dovuti, perché la temperatura è diversa e richiede, quindi, una distribuzione del cibo differente. La carne va più in alto rispetto alle verdure, che stanno bene nelle parti più basse del frigo. Ma c’è anche il mantenimento di una corretta manutenzione e pulizia del frigorifero stesso e della dispensa. Dunque, riporre gli alimenti in dispensa in contenitori chiusi in maniera ermetica di vetro o di plastica, come la pasta e le farine, che si possono mantenere meglio e più a lungo. Ma è importante anche fare attenzione alle date di scadenza e porre i cibi che vanno incontro ad un periodo più breve di consumo davanti rispetto agli altri in modo tale da non rischiare di dimenticarsene. Un’altra regola fondamentale è quella delle etichette nutrizionali. Ci sono tantissime campagne per imparare a leggerle e, soprattutto, capirle. Sono la carta d’identità degli alimenti. E poi porre attenzione soprattutto alla frase ‘da consumare entro’ oppure ‘da consumare preferibilmente entro’. In questo secondo caso significa che i cibi non necessariamente sono da buttar via il giorno dopo la data di scadenza. Altra regola: è molto importante cucinare la quantità giusta di cibo e ridare nuova vita agli avanzi con ricette innovative. E, laddove non è possibile congelare gli avanzi e i prodotti per farli durare più a lungo, condividere il cibo con i parenti e con i vicini, affinché non vada assolutamente sprecato”.
Da questo punto di vista c’è da essere ottimisti o pessimisti, una volta superata la crisi?
“I dati dell’Italia sono promettenti. Al di là della crisi, dai sondaggi pare che gli italiani siano molto più attenti a quello che comprano e alla qualità degli acquisti. Dovremmo stare attenti anche a utilizzare la filiera corta, i prodotti locali e rispettare la stagionalità. Le filiere corte garantiscono che il prodotto sia più fresco e non abbia un trascorso. Poi è fondamentale fare educazione ai nostri ragazzi. Potrebbe essere assolutamente un’idea da percorrere insegnare economia domestica a scuola, perché gli studenti sono il nostro futuro”.