Rho-Pero (Milano), 28 lug. (LaPresse) – Si è svolto oggi a Expo il secondo Forum della cucina italiana alla presenza dei ministri dell’Agricoltura Maurizio Martina, dell’Istruzione Stefania Giannini e dei Beni culturali Dario Franceschini e di oltre 40 chef tra i più importanti d’Italia, tra cui Carlo Cracco, Marco Bottura, Antonino Cannavacciuolo e Gualtiero Marchesi.
Durante la riunione il ministro Martina ha presentato a nome del Governo il Food Act, il piano di azioni per la valorizzazione della cucina italiana.
Per raggiungere gli obiettivi del Piano, nasce il Forum della cucina italiana come organizzazione permanente di lavoro e confronto fra le esperienze dell’alta cucina di qualità italiana e le principali istituzioni interessate.
Il Forum sarà coordinato dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e si riunirà almeno tre volte l’anno.
Ai lavori del Forum parteciperanno il ministero degli Affari esteri, il dicastero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, il ministero dello Sviluppo economico, il dicastero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, l’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani), gli operatori e gli altri enti e organismi pubblici interessati al tema.
“Il Food Act è un patto tra le istituzioni – ha spiegato Martina – e il mondo della cucina italiana di qualità. Un’azione di squadra, di sistema per lavorare meglio sulla valorizzazione del Made in Italy agroalimentare. Con le prime dieci azioni fissiamo degli obiettivi chiari, con strumenti innovativi e operativi da sviluppare e verificare costantemente. Un’operazione – ha aggiunto – che parte, non solo simbolicamente, da Expo Milano 2015, e si stabilizza nel Forum permanente. Vogliamo costruire un approccio pragmatico e di prospettiva che ha lo scopo di trovare soluzioni, rimuovere ostacoli, in primis quelli burocratici, alla crescita del settore”.
“Il mondo chiede Italia, soprattutto a tavola – ha spiegato ancora Martina -. Serve fare sistema, affinché le occasioni che abbiamo davanti vengano colte. Dobbiamo superare le debolezze e la frammentazione degli interventi pubblici a sostegno di queste esperienze, favorendo anche i collegamenti e il dialogo fra i diversi attori del sistema. Il ruolo degli chef in questo contesto diventa strategico: sono gli ambasciatori della cucina italiana e del nostro Made in Italy. Il Food Act ci aiuterà ad essere ancora più forti e coordinati”, ha concluso il ministro.
“Abbiamo avuto una franca discussione con i maestri della grande cucina italiana – ha detto il ministro Giannini -. Io mi prendo tutta questa responsabilità, perché c’è una grande domanda di formazione di qualità. È in crescita esponenziale sia nelle scuole superiori ma ormai anche nell’università il settore dedicato alla ristorazione: +30% negli ultimi cinque anni. Abbiamo 230 mila studenti – ha aggiunto – che rappresentano il 43% di quelli che non fanno i licei. Noi ci occupiamo del latte, la crema la devono produrre loro: non è che la scuola alberghiera può produrre tutti Gualtiero Marchesi o Carlo Cracco. Puntiamo alla qualità media”.
“L’Italia è conosciuta nel mondo per le sue eccellenze: l’arte, la musica e il patrimonio archeologico e monumentale, la bellezza. Ma è anche conosciuta – ha spiegato il ministro Franceschini – per la qualità straordinaria della sua cucina e della sua enogastronomia, che sono spesso le motivazioni principali della scelta di un Paese. Quindi – ha proseguito – noi possiamo lavorare tenendo insieme questi elementi, che fanno riconoscere l’Italia come la prima meta desiderata di viaggio da tutti i turisti del mondo. Dobbiamo cercare viaggiatori che vengono in Italia per cercare l’eccellenza”.