Viterbo, 27 lug. (LaPresse) – Un 59nne, titolare di una ditta che si occupa di movimento terra, è stato arrestato stamattina dai carabinieri della stazione di Nepi (Viterbo), insieme ai colleghi del nucleo ispettorato del lavoro di Viterbo. Per lui l’accusa è di omicidio colposo per un incidente sul lavoro, truffa ai danni dello Stato e inosservanza della legislazione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.
La questione è nata da un incidente avvenuto il 19 febbraio scorso a un operaio 56nne di Sutri (Viterbo). Durante i lavori di abbattimento di un ex ricovero per equini, l’uomo era caduto al suolo a seguito di un malore. L’operaio, trasportato con un’eliambulanza all’ospedale Gemelli di Roma, era poi morto il giorno successivo per il forte trauma cranico.
Dopo aver visionato il referto medico, risultato poi non compatibile con il racconto dell’incidente, la procura della Repubblica di Viterbo ha deciso di procedere e di attivare le indagini per far luce sulla vicenda, mettendo in campo il personale del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Civita Castellana (Viterbo) e della stazione di Nepi.
Dalle verifiche è poi risultato che l’uomo non era stato vittima di un malore, ma colpito al capo accidentalmente dalla pala meccanica manovrata da un altro operaio. Successivamente il titolare della ditta aveva occultato, insieme all’operaio, le tracce utili per la ricostruzione dei fatti, con la paura di avere delle conseguenze per il mancato rispetto delle norme di sicurezza per i luoghi di lavoro.
Successivi accertamenti svolti con il personale del nucleo dei carabinieri dell’ispettorato del lavoro di Viterbo e dell’Asl della sezione di Civita Castellana hanno permesso di appurare numerose violazioni relative alla sicurezza sul lavoro e truffe ai danni dello Stato con la presentazione di falsi certificati su corsi per la sicurezza fatti ai dipendenti e su visite di idoneità al lavoro mai fatte. Alla fine delle indagini sono state sottoposte al giudizio dell’autorità giudiziaria due persone. Stamattina è stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare verso il titolare. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato portato nella propria abitazione, dov’è a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.