Torino, 20 lug. (LaPresse) – Con il rapimento dei 4 dipendenti italiani in Libia, salgono a cinque i connazionali sequestrati nel mondo. È ancora nelle mani dei rapitori padre Paolo Dall’Oglio, sessant’anni, gesuita romano. Non si hanno più sue notizie dal luglio del 2013, le sue tracce si sono perse a Raqqah, roccaforte delá ‘califfato’ nella Siria settentrionale. Per trent’anni e fino alla sua espulsione nell’estate del 2012, Dall’Oglio ha vissuto e lavorato nel suo Paese d’adozione in nome del dialogo islamo-cristiano.
L’ultimo italiano a essere liberato, il 9 giugno scorso, è stato Ignazio Scaravilli, medico catanese sequestrato in Libia a gennaio da un gruppo di criminali comuni e jihadisti legato alla galassia radicale di Ansar-al-Sharia.
E’ significativa la serie di italiani rapiti nei Paesi del Maghreb. Dal 2011 a oggi. L’inviato de La Stampa Domenico Quirico venne sequestrato nel 2011 in Libia, per due giorni, con i colleghi Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina, entrambi del Corriere della Sera, e Claudio Monici di Avvenire.
In Algeria, nel 2011, i terroristi islamici sequestrarono la turista toscana Sandra Mariani e la cooperante sarda del Cisp Rossella Urru. Entrambe vennero liberate nel 2012, dopo 14 mesi di prigionia, la prima, e 9 la seconda. Nel 2014 in Libia sono stati rapiti due tecnici italiani, in due diversi episodi, il primo nella Tripolitania, il secondo nella Cirenaica: l’emiliano Marco Vallisa e il veneto Gianluca Salviato. Entrambi sono stati liberati dopo diversi mesi.