Via d’Amelio, una fiaccolata in ricordo di Borsellino. Agende rosse in piazza

Roma, 19 lug. (LaPresse) – Nel giorno del ricordo della strage di via d’Amelio, l’Italia e la Sicilia ricordano uno dei giorni più tragici della storia Repubblica. Il 19 luglio di 23 anni fa veniva ucciso a Palermo il magistrato Paolo Borsellino e la sua scorta. Sul luogo dell’attentato mafioso alle 16:58, ora della strage, si terrà un minuto di silenzio preceduto dalle testimonianze dei familiari delle vittime di mafia, poi in serata, alle 20.30, da piazza Vittorio Veneto partirà la fiaccolata contro “la mafia dell’antimafia” che percorrerà le strade della città fino a via D’Amelio.

Tante le commemorazioni in ricordo di Borsellino, a partire da quelle di via d’Amelio dove il movimento delle Agende Rosse guidate da Salvatore Borsellino si sono ritrovati per ricordare il fratello Paolo. “Non è vero che nessuno ricorda l’agenda rossa di Borsellino. Noi continuiamo ad usarla come simbolo, dopo 23 anni, per chiedere allo Stato verità e giustizia su chi ha occultato la trattativa e vero chi non vada che il processo vada avanti. Non bisogna arrendersi”. A dichiararlo nel giorno della commemorazione della strage di via d’Amelio è Salvatore Borsellino, fratello minore di Paolo, il giudice ucciso il 19 luglio del 1992.

“Oggi sul luogo dell’attentato mafioso alle 16:58, ora della strage, si terrà un minuto di silenzio preceduto dalle testimonianze dei familiari delle vittime di mafia, poi in serata, alle 20.30 da piazza Vittorio Veneto partirà la fiaccolata contro la mafia dell’antimafia che percorrerà le strade della città fino a via D’Amelio. Qui nessuno delle istituzioni è mai venuto a commemorare la strage. Via d’Amelio non è una passerella e noi l’abbiamo sempre impedito””L’ipotesi dell’intercettazione pubblicata dall’Espresso riguardante Lucia è estremamente grave, sia se si tratta di una frase davvero pronunciata sia invece se è stato un modo usato per colpire un personaggio politico”. A dichiararlo nel giorno della commemorazione della strage di via d’Amelio è Salvatore Borsellino, fratello minore di Paolo, il giudice ucciso il 19 luglio del 1992.

E sul caso Crocetta: “Nel primo caso è grave il fatto che Tutino possa avere pronunciato una frase del genere senza avere paura, nel caso Crocetta l’avesse sentita, di essere denunciato per minacce di morte nei confronti di Lucia- continua Borsellino-. Nel secondo caso se si tratta invece di macchina del fango, e per questo si usa allora la minaccia di morte verso una famiglia che sente in questo periodo il dolore, vuol dire che la vita politica italiana ha davvero toccato il fondo. Infine è grave anche che un settimanale possa avere delle intercettazioni che la procura dichiara di non avere. Mi chiedo allora da dove arrivino”, conclude.

La mafia si sconfigge se lo Stato combatte-. “La mafia può essere sconfitta solo se la si combatte insieme. E anche lo Stato deve unirsi in questa lotta. Non si può pensare che non si trovi un latitante per oltre vent’anni, come già successo a Provenzano o Riina e come ora succede con Messina Denaro. Solo combattendo uniti si sconfiggerà la mafia ottenendo verità e giustizia”. A dichiararlo Salvatore Borsellino.