di Stefano Rizzuti
Roma, 17 lug. (LaPresse) – I residenti di Casale San Nicola, periferia nord di Roma, presidiano la zona da 80 giorni. Temevano che sarebbe giunto questo momento: quello in cui il primo pullman di migranti sarebbe arrivato nel loro quartiere per portare un gruppo di rifugiati all’interno dell’ex scuola della zona, un casale del Settecento che da oggi è anche un centro in cui accogliere i migranti.
Il giorno tanto temuto è giunto. E ha portato con sé proteste, scontri, violenze, feriti e un ordine imperativo del prefetto di Roma, Franco Gabrielli, che ha imposto che quei migranti entrassero nel casale.
Questa mattina, intorno alle 9, le prime camionette della polizia sono arrivate nella zona. I residenti si sono subito allarmati e hanno organizzato una protesta. Aiutati da un gruppo consistente di militanti di CasaPound hanno bloccato la strada per non fare passare il pullman da quella che era l’unica via d’accesso disponibile.
Intorno all’una, però, è arrivato l’ordine di Gabrielli: rimuovere il blocco. La polizia ha quindi tentato di farsi strada, incontrando l’opposizione dei residenti e, soprattutto, dei militanti di CasaPound. Che, secondo gli abitanti del quartiere, avrebbero “difeso le donne attaccate dalla polizia”, ma che – almeno alcuni di loro – indossavano caschi e lanciavano sedie contro gli agenti e, poi, bottiglie contro il pullman dei migranti. Dando, inoltre, fuoco a balle di fieno e cassonetti per impedire il passaggio del bus.
Forzato il blocco, la polizia è riuscita a far passare il pullman con a bordo i rifugiati e a farli entrare nella ex scuola che li ospiterà. Il bilancio degli scontri è pesante: “Quattordici agenti feriti a seguito dei tafferugli”, secondo quanto riporta la questura, e due manifestanti portati al pronto soccorso, stando a quanto dicono i residenti: una signora per dei “lividi e un evidente stato di shock” e un uomo per “problemi cardiaci, avendo di recente fatto un trapianto di cuore”.
La questura ha poi annunciato due arresti, una persona denunciata e altre 15 identificate in seguito agli scontri. La procura intende aprire un’inchiesta sulla vicenda.
La situazione a Casale San Nicola è tornata alla normalità nel pomeriggio. I residenti restano in presidio in attesa di altri migranti: si parla di cento in totale, mentre il comitato del quartiere sollecita un accordo per limitarne il numero a una sessantina. Già domani – secondo i residenti – potrebbe arrivare un altro pullman carico di profughi.
Intanto un gruppo di famiglie italiane senza casa si è accampata con le tende nello spiazzo antistante l’ex scuola e chiede di essere ospitata nel casale, “anche a fianco dei rifugiati. L’importante è avere un tetto sotto cui dormire”.