Roma, gioielliere ucciso nel suo negozio nel quartiere Prati

Roma, 15 lug. (LaPresse) – È stato picchiato selvaggiamente prima di essere ucciso, il gioielliere trovato morto nel suo negozio, in via dei Gracchi, nel quartiere Prati, a Roma. Secondo una prima ricostruzione, il 70enne Giancarlo Nocchia sarebbe stato assassinato intorno alle 16. Sul caso indagano i carabinieri del Nucleo investigativo di via in Selci e della compagnia San Pietro, che hanno raccolto la testimonianza dell’uomo che, entrando nel locale, ha rinvenuto il corpo senza vita e con una profonda ferita alla testa. Intorno, caos ovunque e vetrine svuotate dai gioielli fanno pensare che il decesso possa essere avvenuto durante una rapina, che è fra le ipotesi al vaglio degli investigatori.

Le telecamere di sorveglianza erano funzionanti e potrebbero aiutare gli agenti a capire la dinamica dei fatti e individuare l’aggressore, entrato nel negozio a viso scoperto e con una parrucca, fingendosi un cliente. La vittima avrebbe provato a reagire al furto, dando vita a una colluttazione: il decesso sarebbe dovuto a un colpo inferto al capo, ancora da stabilire se causato dalla caduta o da una percossa mortale. Alla scena non avrebbe assistito nessuno, così come alla fuga. Il presunto rapinatore è riuscito a portare via il materiale in vetrina, perdendo una scatola per strada in cui sarebbe stato ritrovato qualche gioiello.

“C’è molta rabbia. In Italia devono inasprire le pene, perché in Italia non c’è certezza delle pene”, ha detto il cognato di Nocchia, Claudio Pica. “Io stavo in ufficio quando ho saputo la notizia. Mio cognato non aveva il porto d’armi. Era una persona molto tranquilla, ma conosceva il pericolo che correva lui, come qualunque commerciante”.

Un ‘uomo di cultura artistica’, si definiva nel suo sito www.gioiellerianocchia.it, il gioielliere. Orafo e ‘maestro’, creatore di oggetti artistici frutto di anni di esperienza passati a scegliere pietre, accostamenti di colore, smalti e metalli preziosi. Le sue creazioni erano esemplari dell’arte toreutica ossia l’abilità nel decorare tramite il cesello, lo sbalzo, l’incisione e il bulino. Proprio di questo ultimo strumento l’artigiano parla nella sua pagina web: “Il bulino è per l’orafo come la penna per il poeta, il pennello per il pittore: strumenti che generano l’arte, che è attività dello spirito e nasce dall’intuizione”. Nocchia era noto nel quartiere sia per gli anni di esperienza, sia per la qualità del suo lavoro.