Napoli, 14 lug. (LaPresse) – Imprenditori e politici collegati ai Casalesi, in tutto tredici persone, tra cui un carabiniere, gravemente indiziati a vario titolo di diversi reati, tra cui partecipazione all’associazione mafiosa e finanziamento illecito a partiti politici. Delitti aggravati dalle finalità di agevolazione dell’organizzazione camorristica, il clan di Casal di Principe, gruppo Zagaria. E’ il risultato dell’operazione svolta da procura di Napoli e Direzione distrettuale antimafia, illustrata nei dettagli durante la conferenza stampa nella sede della procura del capoluogo partenopeo. Nell’ordinanza applicativa delle misure cautelari, il gip analizza gli esiti di una complessa indagine condotta dai carabinieri del Ros, supportati dai carabinieri del comando provinciale di Caserta, nei confronti di una serie di imprenditori edili di Casapenna, in provincia di Caserta, in stretto collegamento con alcuni esponenti politici locali e nazionali. Fra i soggetti colpiti da provvedimenti vi sono Carlo Sarro, deputato Fi e membro della commissione antimafia, l’ex senatore Tommaso Barbato, Angelo Polverino ex consigliere regionale in Campania e l’ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio. Nei confronti dell’onorevole Sarro, destinatario di una misura di custodia cautelare ai domiciliari, è stata presentata alla Camera la richiesta di autorizzazione a procedere.
Il gip del Tribunale di Napoli ritiene che vi siano gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’imprenditore Giuseppe Fontana. Nonostante dopo un proveddimento interdittivo che lo aveva colpito nel 2009 non potesse più contrattare con la pubblica amministrazioni, dalle intercettazioni è risultato come Fontana eludesse il divieto. Avrebbe tentato di ottenere dall’onorevole Carlo Sarro, commissario straordinario dell’Ato 3 Sarnese-Vesuviano (ente d’ambito che gestisce i servizi idrici nelle province di Napoli e Salerno), l’assegnazione di un grosso appalto bandito dall’ente, specificando la sua intenzione, qualora la richiesta non fosse stata esaudita, a denunciare Sarro, poiché destinatario di una tangente di 2 milioni e 500mila euro. Il gip ritiene che Sarro, con la complicità degli imprenditori edili Lorenzo Piccolo e Antonio Fontana, abbia turbato il regolare svolgimento della gara d’appalto bandita dalla Gori Spa, ricandente nel territorio dell’Ato 3, relativa ai ‘Lavori di manutenzione, pronto intervento, rifunzionalizzazione, ricostruzione e riabilitazione delle reti idriche e fognarie’ per un importo stimato, Iva esclusa, di 31 milioni e 710mila euro. Si ipotizza che Sarro abbia garantito l’aggiudicazione in tre lotti complessivi a ditte riconducibili al clan di Michele Zagaria.
Il ‘sistema’, secondo il gip, poggiava su una ristretta cerchia di imprenditori edili, tutti riconducibili a Michele Zagaria e in stabili rapporti con lui. Per anni ha sfruttato una condizione di oligopolio, che ha permesso alle stesse aziende di acquisire ingenti commesse dalla Regione Campania – Settore ciclo integrato delle acque, per lavori di ristrutturazione e manutenzione della rete idrica fognaria e ottenere diversi milioni a favore del clan. Nell’ordinanza viene sottolineato il ruolo dell’ex senatore Tommaso Barbato, colpito da una misura di custodia cautelare in carcere. Prima in qualità di responsabile del settore regionale colletato al Ciclo integrato delle acque e, successivamente, da consigliere regionale e senatore dell’Udeur, Barbato avrebbe procurato agli imprenditori legati a Zagaria continue commesse in regime di ‘somma urgenza’ in cambio di somme di denaro e appoggio elettorale. Tra i politici portati in carcere ci sono anche Angelo Polverino e Pio Del Gaudio.