Camorra, appalti acqua: tra 2001-2013 oltre 50% lavori a clan Zagaria

Di Mauro Ravarino e Antonella Scutiero

Napoli, 14 lug. (LaPresse) – L’inchiesta anti-camorra Operazione Medea, che coinvolge in particolare imprenditori e politici vicini ai Casalesi, mette in luce l’assegnazione di appalti regionali nel settore sistemi idrici, affidati in regime di ‘somma urgenza’ agli imprenditori del gruppo Zagaria. Il rapporto degli imprenditori, da oggi indagati, con la Regione Campania (settore ciclo integrato delle acque) “rappresenta – riporta l’ordinanza firmata del gip del Tribunale di Napoli – un vero e proprio ‘sistema’ di gestione degli affari” da parte del clan. Dall’analisi degli “affidamenti regionali per i lavori acquedottistici di ‘somma urgenza’, dal 2001 al 2013, emerge come gli appalti, senza alcuna gara, siano stati affidati in larga maggioranza alle aziende del clan Zagaria.

La polizia giudiziaria ha redatto grafici che tratteggiano il dato percentuale, rispetto a tutti gli affidamenti di lavori, degli appalti affidati alle ditte di Casapesenna legate a Michele Zagaria.

Emerge che una larga percentuale di tali lavori sia stata affidata agli imprenditori indagati nell’operazione Medea. L’analisi è stata suddivisa in due settori temporali: il periodo 2001-2005 (sotto la gestione del dipartimento regionale da parte di Tommaso Barbato) e il periodo 2006-2013 (sotto la gestione di Generoso Schiavone fino al dicembre 2009 e, poi, di Pasquale Fontana, poi deceduto). Tra il 2001 e il 2005 il 58% dei lavori di ‘somma urgenza’ fu affidato a imprese del clan Zagaria. Tra il 2006 e il 2013 le imprese dei Casapenna si aggiudicarono, invece, il 45% dei lavori complessivi.