Firenze, 13 lug. (LaPresse) – Regione, Anci e Uncem sono pronti a una mobilitazione perché contestano il piano di razionalizzazione, proposto di nuovo da Poste italiane, che prevede la chiusura di 59 uffici postali su 65, localizzati tutti in aree montane e rurali. Questo è quanto stato deciso alla fine di un incontro convocato oggi dalla Regione a palazzo Strozzi Sacrati, al quale hanno partecipato i rappresentanti degli oltre 50 Comuni interessati, il presidente di Uncem Oreste Giurlani e il vice presidente di Anci Toscana Daniele Caruso. Per la Regione era presente il capo di gabinetto del presidente, Rossi Ledo Gori.
Il grido d’allarme arriva dai sindaci, dopo la conferma di un piano di tagli – spiegano con una nota dalla Regione – deciso in maniera unilaterale, senza un confronto con le istituzioni coinvolte. Un’azione che rischia di colpire i cittadini che vivono in frazioni disagiate, che rischia di eliminare un presidio sociale ritenuto prezioso per la popolazione più anziana.
L’azione coordinata decisa oggi proseguirà, in parallelo, sia sul piano legale, con nuovi ricorsi al Tar da parte di Comuni che lo vorranno, sia sul piano politico. Su questo fronte si è deciso di puntare con forza coinvolgendo il governo. Dalla Regione fanno sapere che saranno contattati, con una richiesta di incontro in tempi brevi, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, e allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli. Saranno coinvolti anche i parlamentari toscani e verrà chiesto un incontro con l’amministratore delegato di Poste italiane.
Il tavolo istituzionale con regione, Anci, Uncem e tutti i Comuni interessati si riunirà nuovamente la prossima settimana per fare il punto della situazione.