Milano, 24 giu. (LaPresse) – Le esportazioni del Made in Italy in Russia hanno subito un crollo del 30,6% rispetto a un anno fa. Lo sostiene l’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat sul commercio estero a maggio, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il crollo delle esportazioni Made in Italy in Russia riguarda i settori interessati dall’embargo scattato il 6 agosto 2014: frutta e verdura, formaggi, carne, salumi e pesce dai paesi dell’Ue, dagli Usa, Australia, Canada e Norvegia. Nell’agroalimentari ai danni diretti, stimati in 20 milioni di euro in mancate esportazioni, sono da aggiungere i danni indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione.

Le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani si sono dimezzate (-51,1%) nel primo trimestre del 2015 dopo la decisione di Vladimir Putin di prorogare di un anno l’embargo totale scattato il 6 agosto 2014. Lo rende noto uno studio della Coldiretti. La decisione verrà ratificata il prossimo lunedì e non è chiaro, sottolinea la Coldiretti se la lista dei prodotti proibiti sarà ampliata e comprenderà anche le conserve di pesce, i prodotti caseari, fiori e dolciumi, oltre alla carne di manzo, suina e avicola, frutta e verdura, latte e formaggi provenienti dalla Ue. In Russia è boom di prodotti italiani taroccati, dai salumi ai formaggi, con la produzione casearia russa di formaggio che nei primi quattro mesi ha registrato un aumento superiore al 30%, con molti prodotti che richiamano direttamente l’Italia, alcuni dei quali presentati a Expo, nella sala dedicata al Tatarstan, con il marchio ‘Prego’, la scritta ‘Original italian recipe’ e gagliardetto tricolore. I falsi, prosegue la coldiretti, arrivano in Russia anche da paesi che non sono stati colpiti dall’embargo, come Svizzera, Bielorussia, Argentina o Brasile.

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