Enciclica Laudato Si’, le sfide del Papa tra sviluppo, ambiente e decrescita

Di Denise Faticante

Città del Vaticano, 18 giu. (LaPresse) – Il riscaldamento globale, il rischio che la scarsità di risorse (acqua, fonti energetiche) provochi, nel medio periodo, disastri e guerre. E ancora, qualità della vita, diseguaglianze e diritti. L’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, presentata oggi in Vaticano, ha nella prima parte un vero e proprio manifesto dell’ecologia. Natura, Madre Terra, come quella di San Francesco, che emette gemiti perché abusata e sfruttata.

Il cambiamento climatico è il grande aguzzino che, però, colpisce gli ultimi, i più poveri. Bergoglio connette le grandi questioni globali: dalla finanza allo sfruttamento delle risorse, dal predominio delle multinazionali all’accesso all’acqua, dal ruolo che le grandi religioni possono svolgere su temi tanto vitali alla necessità che la politica recuperi in pieno la sua autonomia dall’economia.

Acqua per tutti. Il clima è un bene comune, di tutti e per tutti. L’acqua potabile e pulita rappresenta una questione di primaria importanza, perché è indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici. In realtà, l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale. Questo mondo – ed è questo uno dei messaggi-chiave del pontefice – ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile.

Sviluppo ma anche decrescita. Il Papa, pur sottolineando fiducia nello sviluppo, che deve comunque essere sostenibile, chiede di fermarsi, rallentare il passo. Chiede che si consideri anche che “è arrivata l’ora della decrescita”. Il termine sta suscitando già tanti timori soprattutto dai sostenitori dell’autosufficienza del mercato senza controlli.

Biodiversità. Il Papa loda gli sforzi degli scienziati sulla tutela della biodiversità ma poi ammonisce: “L’intervento umano, quando si pone a servizio della finanza e del consumismo, fa sì che la terra in cui viviamo diventi meno ricca e bella, sempre più limitata e grigia”.

Nord-Sud e responsabilità. Nel quadro di un’etica delle relazioni internazionali, l’Enciclica indica come esista un vero ‘debito ecologico’ soprattutto del Nord nei confronti del Sud del mondo. Papa Francesco si mostra profondamente colpito dalla debolezza delle reazioni. Segnala “un certo intorpidimento e una spensierata irresponsabilità”. Per il pontefice argentino “mancano una cultura adeguata e la disponibilità a cambiare stili di vita, produzione e consumo” mentre urge “creare un sistema normativo che assicuri la protezione degli ecosistemi”.