Università, lingua e distanza: difficoltà italiani che si laureano in Usa

Bologna, 7 giu. (La Presse) – “Gli americani sono molto gentili mi hanno fatto sentire a casa. Le lezioni più difficili da sguire per la lingua sono state quelle di fisica ma dopo un po’ riesci a capire e l’inglese non è più un problema”. A raccontarlo è Gaia, una studentessa italiana che sta fequentando il primo anno di ingegneria in una univeristità negli Usa.

Aspiranti matricole e ragazzi italiani che stanno già studiando negli States si sono scambiati consigli e motivazioni in un incontro a Bologna, dove si sono riuniti i giovani provenienti da varie regioni d’Italia che partecipano al programma ‘Campus Usa’ attraverso l’organizzazione ‘Mondo Insieme’. L’organizzazione garantisce l’accesso a più atenei inseriti nel programma e l’erogazione di una borsa di studio che copre una parte anche rilevante dei costi.

L’inglese non è il problema principale da affrontare, spiegano gli studenti. “Quando seguirete una lezione frontale vi sembrerà di essere a teatro. I professori sono entusiasti, motivati e tendenzialmente molto bravi. All’inizio confronti i tuoi appunti con quelli che ha preso il tuo vicino e vedi che hai scritto cose diverse ma poi va sempre meglio”, aggiunge Lorenzo, che sta frequentando cinema in California. “Finisci per sognare anche in inglese”, chiarisce Margherita, che invece studia business internazionale.

Ed effettivamente, anche per i giovani che partiranno ad agosto, la difficoltà maggiore da affrontare non è tanto la lingua quanto lo shock culturale e la distanza dalla famiglia. “Temo un po’ di patire la lontananza dalla mia famiglia, ma sono convinta che basterà poco per adattarmi – racconta Vittoria, che partirà ad agosto per studiare cinema -. Non so ancora la destinazione precisa, ho ricevuto varie proposte dalle università e le sto ancora valutando anche se credo che alla fine andrò in un campus nello Utah”. Stessa destinazione ma materia completamente diversa per Matteo, che inizierà il suo percorso di studi sulla finanza. “Sono tranquillo e carico – racconta Matteo – sicuramente quando arriverò lì ci vorrà un po’ di tempo per orientarmi ma per ora ho solo dubbi organizzativi”.