Milano, 10 mag. (LaPresse/Xinhua) – “Mi sento molto vicino alla cucina cinese, conosco abbastanza bene le sue varietà di piatti”. A parlare in un’intervista esclusiva a Xinhua è Gualtiero Marchesi, ambasciatore di Expo 2015. “Penso che il pubblico cinese sia più aperto alle nuove esperienze di cibo perché sono sempre curiosi, mentre è più difficile sradicare gli italiani dal menu tradizionale”. Il maestro, 85 anni, noto come il padre della cucina italiana moderna, spiega che presenterà “due piatti che ho dedicato all’Expo: il primo è un risotto allo zafferano della tradizione milanese, mentre il secondo è un nuovo tipo di pasta che ho creato, ispirato ai piccoli pezzi di legno chiamati trucioli, a cui ho aggiunto del riso al pepe nero”. Della cucina cinese “mi piace un po’ tutto”, dice, spiegando che “è un mix molto interessante”.
Diciamo sempre che le cucine più importanti sono tre: cinese, marocchina e infine francese, anche se aggiungiamo sempre quella italiana”, dice lo chef. Marchesi sottolinea anche che è importante innovare la tradizione del cibo italiano. “Il cibo italiano è sostenuto dal nostro speciale micro clima, che ci aiuta ad avere una grande varietà di piatti, da Napoli a Roma e da Palermo a Bolzano”, spiega. “Dobbiamo lavorare con questa varietà di tradizioni, provando sempre ad aggiungere qualche elemento moderno e a mettere un limite ai grassi nei piatti”, aggiunge. Quanto alla ricetta per diventare uno chef importante Marchesi conclude: “Per essere un bravo chef bisogna essere curiosi”.