Raffaele Sollecito dopo l’assoluzione: Non chiamatemi mai più assassino

Roma, 30 mar. (LaPresse) – “Mi sento oggi come un sequestrato che è tornato alla libertà”. “Il mio processo doveva per forza finire così. Torno alla mia vita”. Sono queste le prime parole di Raffaele Sollecito, in conferenza stampa, commentando la sentenza della Cassazione che lo ha assolto dall’accusa di omicidio di Meredith Kercher.

‘NON DEFINITEMI ASSASSINO’. “Io sono completamente estraneo a tutta la vicenda. Da questo momento in poi non accetto di essere definito assassino. Vi prego: massima cautela. Io sono pronto a ricorrere alle vie legali”. Così Sollecito si è rivolto ai giornalisti invitandoli a non definirlo mai più nè assassino, nè sospettato. “Mi dispiace – ha aggiunto – che la famiglia di Meredith sia delusa. La sentenza è la verità. Stavolta la sentenza è coincidente con la realtà dei fatti. Meredith la conoscevo poco, non avevo motivo per avere dell’astio e per rendermi partecipe per un delitto tanto orribile”.

‘NELLE CARTE ODIO E DISPREZZO’. “Ho avuto paura – ha detto Raffaele – perché ho percepito un fortissimo livore nei miei riguardi. Il disprezzo è nella carte e non me lo so spiegare. Ho percepito l’odio verso me e la famiglia”.

AMANDA? ‘AFFETTO, LE AUGURO OGNI BENE’. “Tra me e Amanda solo una relazione d’affetto. Auguro a lei ogni bene”, ha spiegato Sollecito ai giornalisti raccontando di averla sentita recentemente.

RICHIESTA DI RISARCIMENTO. “Nei prossimi giorni valuteremo la richiesta di risarcimento”. Lo ha annunciato l’avvocato di Raffaele Sollecito, Giulia Bongiorno, dopo l’assoluzione del ragazzo per il delitto di Meredith Kercher. “Non ci sono sentimenti di vendetta nell’animo di Sollecito”, ha aggiunto l’avvocato. “Aspetteremo le motivazioni. Non frusteremo chi ha sbagliato. Vedremo se ci sono stati degli errori e che iniziative intraprendere. La responsabilità civile – ha concluso – è un istituto serio che non va esercitato con lo spirito di vendetta”.