Roma, 30 mar. (LaPresse) – Una task-force mobile e integrata capace di intervenire su opere d’arte, monumenti e reperti storico-archeologici, in loco o in laboratorio, in modo non invasivo e funzionale a pianificarne il restauro. E’ questo l’obiettivo di IPERION_CH.it, una rete di esperti di analisi, conservazione e restauro dei beni culturali. A finanziare il progetto è il ministero dell’Istruzione, ma sono molti gli enti che hanno aderito, dal Consiglio nazionale delle ricerche all’Istituto nazionale di fisica nucleare, dal Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e tecnologia dei materiali e l’Opificio delle Pietre Dure, che mette a disposizione il suo expertise in materia di restauro e storia dell’arte. La rete italiana, insieme a quelle di altri paesi europei è parte di un più ampio progetto per la costruzione di una infrastruttura cross-disciplinare europea per le scienze e le tecnologie della conservazione (E-RIHS).
Fra le altre attività, la rete offre accesso gratuito ai laboratori, agli strumenti portatili di diagnosi e alle competenze tecnico-scientifiche per mezzo di team interdisciplinari di ricercatori che supportano progetti proposti da soggetti pubblici e privati selezionati attraverso uno specifico bando.
TANTI GLI INTERVENTI PREVISTI. Gli interventi scelti per il 2014-2015 sono molti. Tra questi il restauro del Mosaico di Alessandro della casa del fauno di Pompei, conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, una collezione di dipinti di Pollock del Museo Guggenheim di Venezia, la pala di San Bernardino di Piero della Francesca della Pinacoteca di Brera a Milano, il Trittico del Maestro dei Fogliami Ricamati nella chiesa di Polizzi Generosa. La task force è al lavoro anche su alcune opere del Divisionismo italiano presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, sull’Incontro dei pellegrini con Papa Ciriaco di Vittore Carpaccio custodito alla Galleria dell’Accademia di Venezia, e sulle pitture murali della chiesa rupestre di Sant’Angelo di Casalrotto (Mottola, Taranto).
IL MOSAICO DI ALESSANDRO. Portato da Pompei al Museo Archeologico di Napoli ai primi del ‘900, il Mosaico di Alessandro è un’opera imponente che risale al 100 avanti Cristo e che fu ritrovata nella Casa del Fauno durante gli scavi di Pompei nel 1831. Il Mosaico misura 5,82 metri per 3,13 metri ed è composto da milioni di minuscole e delicatissime tessere ognuna delle dimensioni dell’ordine dei 3 millimetri.
Attualmente un team di ricercatori di IPERION_CH.it è impegnato in una campagna di misure volte a valutare sia lo stato di conservazione del mosaico, con rilievi 3D della struttura, sia a caratterizzare i materiali che lo compongono, con analisi ‘elementali’ e molecolari non distruttive che si basano su molteplici tecniche tra cui la Fluorescenza X (XRF), l’Analisi Raman e la Spettroscopia di assorbimento infrarosso (FTIR).
I risultati delle analisi, oltre a fornire un quadro aggiornato dello stato di conservazione dell’imponente opera, saranno fondamentali per definirne il progetto di restauro definitivo a conclusione del quale la Soprintendenza curerà l’edizione scientifica complessiva dell’opera (archeologica, di restauro, di indagini analitiche).