Caso Ruby, Cassazione conferma assoluzione Berlusconi

Roma, 10 mar. (LaPresse) – I giudici della sesta sezione penale della Cassazione, dopo quasi 10 ore di camera di Consiglio, hanno rigettato il ricorso presentato dal procuratore di Milano, Piero De Petris e la richiesta del pg Eduardo Scardaccione, che aveva chiesto di annullare con rinvio l’assoluzione dell’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, imputato per concussione e prostituzione minorile. L’assoluzione, quindi, è definitiva.

Di fatto la Cassazione ha dunque confermato la sentenza con cui la Corte d’appello, il 18 luglio 2014, aveva assolto Berlusconi dall’imputazione di concussione perché il fatto non sussiste e da quella di prostituzione minorile perché il fatto non costituisce reato.

Scardaccione aveva chiesto di “annullare le assoluzioni per Silvio Berlusconi e rinviare per rimodulare la pena”. “Non c’è dubbio sull’età (di Ruby, ndr) perchè l’affido è richiesto e si usa solo per i minori”, aveva detto il pg, secondo il quale non era credibile che l’allora premier non sapesse della minore età di Ruby “quando tutto il suo entourage ne era al corrente”. Scardaccione, in seguito, durante la sua requisitoria durata poco più di mezz’ora, aveva ricordato quello che aveva detto Ruby: “Noemi è la sua pupilla e io il suo ‘fondoschiena’”.

Il legale di Silvio Berlusconi, Fausto Coppi, nell’arringa difensiva aveva sostenuto che mancasse “la prova che Berlusconi prima del 27 maggio sapesse che Ruby era minorenne”. L’avvocato non ha messo in discussione la sentenza della Corte d’Appello “che ammette che ad Arcore avvenivano fatti di prostituzione con compensi”, “cosa che non contestiamo nemmeno noi difensori”. Anzi, Coppi ha sostenuto che “Berlusconi scoprirà dell’età di Ruby solo successivamente e a quel punto non la vuole più ricevere ad Arcore”.