Immigrazione, capo 118 Lecce: Miracolo che profughi cargo siano salvi

di Alessandra Bianco

Bari, 31 dic. (LaPresse) – “E’ stata una notte difficilissima con un vento gelido e un freddo battente che non dimenticherò. Avevamo da meno di 24 ore soccorso i naufraghi della Norman Atlantic e abbiamo dovuto allestire una nuova macchina assistenziale a Gallipoli”. La racconta così a LaPresse Maurizio Scardia, responsabile del 118 Lecce, l’ennesima emergenza in Salento. In 670 siriani (questo l’ultimo dato fornito dalla capitaneria di porto di Gallipoli, ma per conoscere il numero esatto bisognerà aspettare la questura di Lecce) sono sbarcati stanotte a Gallipoli, nel Leccese, dal cargo Blue Sky M, avvistato ieri pomeriggio al largo di Corfù e poi finito in balia della corrente in acque italiane. Il mezzo era senza equipaggio, nessuno al timone. La tragedia è stata evitata solo grazie agli uomini della capitaneria di porto di Gallipoli che, diretti dal comandante Attilio Maria Daconto, sono riusciti in 6 a calarsi sulla nave e a dirottarla lontano dalla costa di Leuca dove si stava schiantando.

“Le notizie che erano giunte circa il carico umano a bordo – spiega Scardia – erano tutt’altro che rassicuranti. Si parlava di morti e di donne in procinto di partorire, in realtà la situazione era un po’ più rosea: una decina le donne gravide, ma nessuna al nono mese. Le abbiamo ricoverate tutte in ospedale per precauzione. Non c’erano morti. Quattro persone dormivano nella stiva e in un primo momento si è pensato che fossero decededute. Quello a cui ho assistito stanotte, però, resta un miracolo: bambini piccolissimi che sono riusciti a resistere al freddo e alle intemperie di 3 giorni in mare. Una ventina non superavano i 2 anni, altri 15 non avevano più di 5 anni. E’ bastato poco per farli sorridere: una coperta, una caramella. Moltissime famiglie intere con moglie in cinta e due, tre figli piccolissimi al seguito. Persino una ragazzina di 12 anni tetraplegica.

Abbiamo dovuto trasportarla di peso con una barella spinale fuori dal cargo. Mi chiedo ancora come abbiano fatto a farla salire sulla nave e come sia riuscita ad affrontare un viaggio così difficile”, continua il dottore.

“Alla fine abbiamo ricoverato circa 130 profughi, molti bimbi in ipotermia con i genitori, ma fortunatamente nessuno veramente grave. Solo due pazienti uno con una frattura al femore e un’altro con una sindrome coronarica che, in un inglese pessimo, mi ha spiegato di soffrire da tempo di questa patologia. Il freddo non aiuta le coronarie”, ha concluso il sanitario. Profughi ricoverati praticamente in tutto il Salento: da Gallipoli a Casarano, da Tricase a Lecce, fino a Copertino così da non intasare nessun nosocomio. La carretta del mare, dalle prime testimonianze raccolte dagli investigatori, sarebbe partita dalla Turchia. Ogni profugo avrebbe pagato 5500 dollari per fare il viaggio. A bordo pare ci fossero scafisti armati di origine moldava che ad un certo punto sono saliti su un gommone e sono scappati lascinado mezzo e carico in balia delle onde. Non è escluso, però, che qualcuno di loro si sia nascosto tra i migranti. Saranno le indagini a dirlo. Intanto gli extracomunitari sono stati sistemati in tre strutture messe a disposizione dal Comune di Gallipoli. Vi resteranno sicuramente oggi, ma già da domani dovrebbero essere trasferiti in centri di accoglienza del nord Italia.