Palermo, 4 dic. (LaPresse) – “Noi non ci dobbiamo difendere da niente, non abbiamo nulla da nascondere”. Lo dice Davide Stival, padre di Loris, ucciso sabato a Santa Croce Camerina, in un colloquio con il quotidiano ‘La Sicilia’. L’uomo si scaglia “contro le voci di cortile e le bugie che ci hanno feriti – afferma – e uccisi”.
MADRE BIMBO UCCISO: ACCOMPAGNATO VICINO STRADA – “Ma come ve lo devo dire? Io quella mattina Loris l’ho accompagnato vicino alla scuola. Era uscito di casa assieme assieme a me e al fratellino, siamo arrivati in macchina e l’ho lasciato”. Sono le parole pronunciate da Veronica Panarello, madre di Andrea Loris Stival, in un colloquio con il quotidiano ‘La Sicilia’.
PRESIDE DI LORIS: FREQUENTAVA SCUOLA ASSIDUAMENTE – Adrea Loris Stival frequentava la scuola “con assiduità” e “aveva fatto un numero di assenze minimo, solamente due dall’inizio dell’anno”. Lo ha detto la preside dell’istituto ‘Falcone-Borsellino’ di Santa Croce Camerina, Giovanna Campo, in collegamento con Sky Tg24. “Era un bambino normalissimo, sveglio e vivace – ha aggiunto – e perfettamente integrato con i compagni di classe”.
A INDAGARE CI SONO ANCHE ROS DEL CASO YARA -In campo per le indagini anche Ufficiali e marescialli del Ros, investigatori specializzati in indagini su crimini violenti, per dare manforte alla task force composta dai Carabinieri del Nucleo investigativo e dal personale dello Servizio centrale operativo e da quello della squadra mobile di Ragusa per fare luce sull’omicidio del piccolo Andrea Loris Stival. Sono gli stessi uomini che si sono occupati in passato di crimini violenti come il caso di Yara Gambirasio, l’attentato alla Scuola di Brindisi l’omicidio dei coniugi Burgato di Lignano Sabbiadoro e di Roberta Ragusa di Pisa.
Veronica Panarello, madre del piccolo Andrea Loris, strangolato sabato, “non è indagata”. Si è chiuso ieri con le certezze del legale della famiglia Stival, Francesco Villardita, il quinto giorno di indagini per scoprire l’assassino del bambino di Santa Croce Camerina. Parole arrivate al termine di una giornata convulsa, nata con l’impazzare delle indiscrezioni su possibili discrepanze tra il racconto della donna e il contenuto delle tante videocamere di sorveglianza che avrebbero ripreso i suoi spostamenti di sabato mattina, e chiusa con il sopralluogo degli uomini in tuta bianca della Scientifica e del Servizio centrale operativo nell’abitazione di via Garibaldi.
Oltre cinque ore di ispezioni e rilevamenti, sia nell’appartamento posto al terzo piano dello stabile che all’interno del garage. Alla fine gli investigatori hanno portato via alcuni quaderni e il diario del bambino. Sequestrato anche un computer. Da Villardita, poi, un altro stop alle tante indiscrezioni di oggi: “Il bambino è stato portato regolarmente a scuola. La signora è persona offesa del reato di omicidio volontario, non è sottoposta a indagine. Siamo a disposizione della magistratura e siamo convinti della capacità degli inquirenti di risolvere il problema”.
Ma il confronto incrociato tra il racconto di Veronica e le immagini delle videocamere di sorveglianza disseminate lungo il percorso che da via Garibaldi porta alla scuola ‘Falcone-Borsellino’ resta al centro dell’interesse degli investigatori. Non ci sono conferme ufficiali al ciclone di indiscrezioni uscite già nella mattinata di oggi e relative ai video che immortalano la donna con i due figli la mattina di quel maledetto sabato. L’unico indagato, al momento e per atto dovuto, resta Orazio Fidone, il cacciatore che sabato ha trovato il corpo di Loris gettato in un canale di scolo alla periferia del paesino ragusano.
“L’indagine prosegue a 360 gradi – ha spiegato il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia – prendendo in considerazione tutti i possibili scenari che possono verificarsi. In seguito ci si concentra in cerchi più piccoli, dove vengono privilegiate alcune ipotesi investigative”. Poi la frase che sembra qualcosa in più rispetto a un semplice auspicio: “Speriamo di giungere in tempi relativamente brevi al cerchio più piccolo, quello che sta al centro, dove c’è il nome del responsabile del delitto”. Intanto, si fa sempre più grande la macchina investigativa messa in campo per la risoluzione del caso: a Santa Croce Camerina sono arrivati i carabinieri del Ros, investigatori specializzati in indagini su crimini violenti che daranno manforte alla task force composta dai Carabinieri del Nucleo investigativo, dal personale dello Servizio centrale operativo e da quello della squadra mobile iblea. Sono gli stessi uomini che si sono occupati del caso di Yara Gambirasio, dell’attentato alla Scuola di Brindisi, dell’omicidio dei coniugi Burgato di Lignano Sabbiadoro e di Roberta Ragusa di Pisa.