Bari, 17 nov. (LaPresse) – La presunta vittima ne è convinta, ritiene che ieri pomeriggio la moglie gli abbia messo qualcosa di tossico nel caffè per ucciderlo. Forse veleno per topi, detersivo o pesticida, oppure nulla. A chiarire la vicenda dai contorni ancora non chiari ci penserà il pm di turno della procura leccese Francesca Miglietta che incaricherà un esperto di eseguire le analisi sul caffè contenuto nella tazzina incriminata. I fatti: ieri pomeriggio a Veglie, nel Leccese, al termine del pranzo domenicale la moglie avrebbe servito al marito, alla figlia e al suo compagno del caffè. L’uomo ne avrebbe bevuto un sorso e si sarebbe subito reso conto che aveva un colore ed un sapore strano. Così si è alzato e, senza dire una parola, si è recato prima dalla guardia medica e poi all’ospedale San Giuseppe di Copertino. Ai sanitari ha raccontato di aver bevuto del caffè avvelenato servitogli dalla moglie con cui già da tempo non ha più buoni rapporti. I carabinieri hanno sequestrato insieme alla tazzina per la vittima anche tutte le altre portate in tavola e la caffettiera. Ora gli esami diranno se davvero la donna, 55 anni, abbia o meno tentato di uccidere il marito. La presunta assassina è stata ricoverata all’ospedale Vito Fazzi di Lecce in stato di agitazione, sembra che già fosse in cura da uno psichiatra per eccessi di ira. Il marito, invece, è sotto osservazione all’ospedale di Copertino.