Petizione contro formazione giornalisti: Non sia raccolta punti

Torino, 6 nov. (LaPresse) – Una petizione su Change.org rivolta al premier Matteo Renzi, al ministro della Giustizia Andrea Orlando, al presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino e al deputato del Pd Michele Anzaldi. Obiettivo: migliorare la formazione continua, obbligatoria dal 1 gennaio 2014, per tutti i giornalisti professionisti e pubblicisti.

L’idea è di Francesca Romano, giornalista del settimanale ‘F’ edito da Cairo Editore, e delle sue colleghe della redazione che non vogliono che la formazione si trasformi in una raccolta punti. Nella petizione, si spiega che ad oggi la formazione ha “suscitato in tutti noi notevoli perplessità. A cominciare dai contenuti dei corsi”.

Ma non solo i contenuti sono il problema: in diverse regioni i corsi più gettonati ed interessanti sono a pagamento, incidendo economicamente su tutti gli iscritti, anche quelli disoccupati.

Secondo chi propone la petizione, “l’esperienza ci insegna che la formazione professionale, in particolare nell’ambito giornalistico, si acquisisce sul campo, nelle redazioni, nel quotidiano lavoro di ricerca ed elaborazione della notizia e non certo partecipando a corsi e/o conferenze più o meno interessanti solo per acquisire un numero di crediti utile a non essere sanzionati. Se la formazione diventa una raccolta punti non è certo il modo migliore per garantire all’utente una informazione di qualità e, di certo, non risponde allo spirito della legge che l’ha istituita”.

Ad oggi, spiega Francesca Romano a LaPresse, sono state raccolte 407 firme ma si spera di arrivare almeno ad un migliaio. La proposta della petizione, racconta, è nata “perché qualcuno doveva farlo. Sono stata fra prime in redazione a frequentare questi corsi. Ognuno di noi ha dei colleghi che si sono lamentati. Fra l’altro non tutte le figure del giornalismo sono prese in considerazione. Per esempio per il settore dei grafici non c’è assolutamente niente, e c’è poco anche per i fotografi”.

“L’obiettivo – aggiunge Romano – è riuscire a farci sentire dal presidente dell’Ordine per rivedere tutto il meccanismo dei corsi di aggiornamento. L’ideale sarebbe, come seconda parte della petizione, riuscire a creare gruppi lavoro e proporre tematiche all’avanguardia per dare davvero una svolta a questa professione”.

D’accordo con Francesca Romano anche il vicedirettore di ‘Wired’ Federico Ferrazza, che in un articolo sulla sua rivista, riportato sotto la petizione, definisce “demenziale” l’offerta degli Ordini e propone: “Possiamo dare una mano?”. Fra i firmatari della petizione, anche il fotoreporter Livio Senigalliesi che commenta: “Sono un fotogiornalista freelance, una categoria in via di estinzione causata dalla crisi. Trenta anni di esperienza su 24 fronti di guerra basta e avanza. Se qualcuno mi offre un corso di formazione a pagamento desidero in cambio una seria prospettiva di lavoro e magari un’assunzione. Chiedere dei soldi per dei corsi a dei colleghi in difficoltà è un crimine. Sottoscrivo la petizione e sono disposto a rendere la tessera dell’ordine per quel che vale in quanto l’Odg ritengo abbia difeso e provveduto ad ammortizzatori sociali solo per i lavoratori dipendenti”. La petizione è disponibile al link https://www.change.org/p/formazione-professionale-giornalisti-queste-regole-non-funzionano.