Caso Cucchi, agente assolto: Procura indaghi anche su carabinieri

Roma, 5 nov. (LaPresse) – “Io mi auguro” che emergano nuovi elementi da un’eventuale riapertura delle indagini “e mi auguro che possano trovare qualcosa. Sarebbe ora di allargare gli orizzonti. Non so perché finora la procura non ha avuto lo stesso accanimento nei confronti dei carabinieri, che lo hanno arrestato e avuto in consegna prima di noi”. Così Nicola Minichini, uno degli agenti di polizia penitenziaria assolto per il caso Cucchi, in un’intervista al ‘Fatto Quotidiano’.

Da assolto mi sento “come uno che chiede giustizia. Per la famiglia Cucchi e per la mia. Senza un colpevole agli occhi dell’opinione pubblica sarò sempre quello del caso Cucchi. Ho dovuto spiegare ai miei vicini che non sono un mostro, pensi come mi sono vergognato. Anch’io cerco la verità, perché anch’io mi sento una vittima di questa storia”, conclude Minichini.

Stefano Cucchi, aggiunge, “aveva già quei segni sotto gli occhi, lamentava mal di testa. Al medico che lo ha visitato ha detto di avere anche mal di schiena. E quel medico l’ho chiamato io, cinque minuti dopo averlo preso in consegna. Fu lui a notare che, oltre ai segni, aveva anche un livido sullo zigomo. Gli chiese come mai e Stefano rispose di essere caduto dalle scale”.

“Io non ho visto il pestaggio – continua Minichini – se c’è stato io non c’ero. Quello che so per certo è che da noi non è successo niente. Ma poi è veramente possibile riempire di calci e pugni una persona senza essere notati? E per cosa? Perché ci aveva chiamato ‘guardie’? Perché Cucchi era un rompiscatole? Quaranta arrestati al giorno e sa quanti rompiscatole ci sono. E io sarei così pazzo da menare uno davanti a tutti? Io quel reparto l’ho aperto nel 1993 e da allora non ho mai avuto un problema”.