Di Giuseppe Colombo
Roma, 26 ott. (LaPresse) – Lancette indietro di sessanta minuti la scorsa notte per gli italiani con il ritorno dell’ora solare. Quali sono gli effetti di questo fenomeno? E’ il dottor Giuseppe Lago, direttore dell’Istituto romano di psicoterapia psicodinamica integrata (Irppi), a spiegare a LaPresse come il cambio delle lancette dell’orologio influisce sulla psiche e sui comportamenti.
D. Dottor Lago, a cosa possiamo paragonare l’effetto dato dal ritorno dell’ora solare?.
R. Al jet lag, ossia a quella serie di fenomeni psicofisici che avvengono in occasione di un cambiamento di fuso orario.
D. Come dopo un lungo viaggio in aereo, insomma.
R. E’ impossibile separare i noti effetti fisiologici, dovuti allo sconvolgimento del ritmo circadiano, cioé del rapporto sonno-veglia, dagli effetti psicologici che ne derivano e ne sono alimentati se preesistenti. I sintomi fisici (astenia, insonnia, risentimenti cardiovascolari, emicranie, disturbi gastrointestinali) aprono le porte a vissuti ovvero emozioni palpabili di malessere generale e riferito alle normali occupazioni.
D. E in quali sintomi può tradursi tutto questo?.
R. “I sintomi riguardano maggiormente la sfera psicologica, come l’ansia e la depressione. Stiamo parlando di sintomi perché nel caso in cui questi disturbi siano preesistenti assistiamo semplicemente all’incremento della sintomatologia e al peggioramento del disturbo preesistente. Per esempio, se una persona soffriva di depressione prima del ritorno all’ora solare, avvertirà un senso di riposo incompleto o di risveglio precoce mattutino, visto che le sue attività sono ancora regolate con l’orario precedente. Il ritardato inizio della giornata lavorativa o delle attività giornaliere potrebbe produrre vissuti sgradevoli che il soggetto depresso di solito considera come carenze della sua persona e motivo di abbassamento dell’autostima.
D. E l’ansia come agisce in questo caso?.
R. Se una persona tende all’ansia, invece, potrebbe ricevere dal ridimensionamento di impegni e orari un motivo di attivazione dei già labili livelli emotivi e averne conseguenze nel campo della concentrazione e dell’adeguato svolgimento delle normali occupazioni. Per tutti gli altri che non siano affetti da disturbi psicologici, in genere il ritorno all’ora solare è ben accetto, in quanto vuol dire un’ora in più di sonno e un’ora in più per attardarsi la sera, godendo un po’ di più del riposo domestico.
D. Perché si genera questo meccanismo cognitivo? R. Sicuramente il cambiamento stagionale incide su una personalità già sofferente di disturbi appartenenti al binomio ansia-depressione. Sappiamo che questi disturbi trovano una radice nella sfera psicobiologica, ossia insorgono da una labilità del sistema nervoso, sulla quale si innestano le esperienze psicologiche che contribuiscono alla formazione di personalità insicure e tendenti al quadro depressivo, alternato con attivazioni emotive di natura ansiosa. Insisto nello specificare questo, perché non è corretto dire che ansia e depressione possano dipendere esclusivamente dai fenomeni indotti dall’ora legale. Dal punto di vista psicologico, sicuramente l’autunno è una stagione che è connotata dalla caduta, non solo delle foglie ma anche. della luce del sole che cambia di intensità. E’ interessante che nella lingua inglese si indichi con ‘fall’ e non solo con ‘autumn’ questa stagione. L’impressione della caduta, quindi, si collega con i vissuti di perdita e con la stessa angoscia esistenziale del tempo che passa e della vita che se ne va. Anche se non così sensibili come coloro che sono affetti da depressione o presentano un personalità depressiva, le persone comuni possono trovare spunti e stimoli emotivi, come quello del paesaggio che cambia, della luce, della temperatura, ed essere attraversati da momenti di ansia e depressione, che durano poco e possono caratterizzare il passaggio stagionale e precedere l’adattamento successivo privo di conseguenze.
D. Quali sono i principali rimedi che lei suggerisce per affrontare questo ‘passaggio’ serenamente?.
R. Il rimedio per coloro che sono affetti in maniera esplicita o latente di depressione è naturalmente la ripresa o l’inizio di una cura presso gli specialisti competenti. Per le persone comuni e non affette da disturbi, proporrei un rapido adattamento, approfittando delle caratteristiche positive della nuova stagione. C’è più tempo per dormire, c’è più tempo per stare a casa, ci sono i prodotti tipici della stagione che vanno gustati e coltivati.