Roma, 29 set. (LaPresse) – Scade domani l’ultimatum che Domnica Cemortan ha lanciato a Francesco Schettino sulla sua pagina Facebook in cui lo invita, con toni decisi, a dire tutta la verità sulla notte del naufragio della Costa Concordia. La bionda moldava, che era sulla plancia di comando insieme al comandante durante l’impatto, il 24 settembre ha scritto in inglese: “Francesco Schettino ti do solo 6 giorni per poter dire la verità su quello che successe immediatamente dopo il tuo ordine di abbandonare la nave. Solo sei giorni!”. Le sue dichiarazioni verranno pubblicate su Oggi, a cui ha concesso l’esclusiva.
Il settimanale scrive sul suo sito web: “Dopo aver dato l’annuncio di abbandono della nave Schettino sarebbe salito al ponte 11 della Concordia proprio con Domnica e il maitre Ciro Onorato, per controllare la dritta della nave. La circostanza, accennata di sfuggita in alcuni verbali di interrogatorio, viene confermata da Domnica”. L’hostess, contattata telefonicamente, ha dichiarato: “Certo che siamo saliti al ponte 11. Ma cosa siamo andati a fare lassù? Il comandante dice che doveva controllare il lato a dritta della nave, quello verso l’isola”. “Siamo sicuri che la racconti giusta – ha continuato Domnica -? Per vedere le condizioni della Concordia non aveva bisogno di salire al ponte 11, percorrendo tra l’altro delle scale completamente buie, rischiando di cadere e scivolare a ogni scalino”. “Poteva farlo uscendo dalle alette sulla plancia comando – ha suggerito -, che sono fatte apposta per avere una visione sull’esterno della nave”.
Roma, 29 set. (LaPresse) – “Se davvero si trattava di una missione tecnica, per valutare le condizioni della nave – aggiunge Domnica -, perché il comandante non si fece accompagnare da altri ufficiali o sottufficiali?” “Perché chiese di seguirlo solo a me, che mi occupavo di accogliere gli ospiti russi – ha continuato – e Ciro Onorato, il maitre, che a bordo si occupava di ristorazione? Cosa potevamo capire noi delle condizioni della nave?”. Non è tutto, infatti la ragazza afferma che “di punti oscuri ce ne sono ancora tanti, ma ho l’impressione che non si voglia andare a fondo”.
“In più di una occasione ho cercato di far capire com’erano andate le cose – ha sottolineato -, ma ho visto che l’unica cosa che interessava era la mia relazione col comandante. Ma soprattutto tra i familiari delle vittime c’è chi non si arrende e anche di recente mi ha chiesto di fare il possibile affinché si possa conoscere tutta la verità su un disastro costato la vita a 32 persone”, ha concluso Domnica.