Reggio Calabria, 21 set. (LaPresse) – “Quella buia notte sulla Salerno-Reggio Calabria, quasi esattamente vent’anni fa, era la prima volta che la nostra famiglia veniva in Calabria e, in piedi sul ciglio della strada poco dopo che Nicholas era stato colpito, mi ricordo che pensai ‘Non credo che ritornerò mai qui’. Invece, pochi mesi dopo, tornammo e da allora sono ritornato quasi ogni anno negli ultimi vent’anni”. Così Reginald Green, il padre del piccolo Nicholas, il bambino californiano che nel 1994 rimase vittima di un tentativo di rapina sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, nel discorso che pronuncerà domani mattina al consiglio regionale calabrese. Reginald Green ci ha tenuto a precisare che la “Calabria non ha premuto grilletto”.
“Ma quella – prosegue Reginald Green – sarebbe dovuta essere la sua prima volta in Calabria ed era sul punto di vedere i luoghi dove vivevano gli eroi e i mostri dell’antichità. La notte in cui fu ucciso eravamo diretti verso lo Stretto di Messina, dove Ulisse aveva affrontato con coraggio il passaggio tra Scilla e Cariddi. Non lo vide mai. Ma neanche per un momento abbiamo pensato che la Calabria avesse premuto il grilletto. Sarebbe potuto succedere ovunque, e l’effusione di compassione che ricevemmo dalle persone di ogni età, credo, e posto nella società, ci mostrò che i calabresi avrebbero fatto qualsiasi cosa fosse in loro potere per proteggere Nicholas”.