Bari, 15 set. (LaPresse) – Cercavano l’arma del delitto, ma si sono trovati davanti a un arsenale. I carabinieri di Ugento, nel barese, ieri pomeriggio si sono recati per un’ispezione in un garage di proprietà di Francesco Romano, il 32enne di Gemini che nella notte tra sabato e domenica ha sparato a bruciapelo a una gamba del 22enne Vincenzo Coi. La sparatoria era avvenuta nel bar Da Otello a Torre San Giovanni, nel leccese. Dietro a una catasta di legno, in una comune busta della spesa, i militari hanno trovato una pistola a tamburo perfettamente funzionante con matricola abrasa, 1,3 chili di tritolo in polvere e granuli, 4 detonatori con relative micce e 263 proiettili di diverso calibro.
Il ritrovamento apre nuovi scenari sull’agguato, principalmente per due motivi: la pistola trovata dai carabinieri non sarebbe quella utilizzata per sparare al 22enne e resta un mistero il movente della sparatoria. Movente che non è stato chiarito nè da Romano nè dallo stesso Coi che è ricoverato all’ospedale Panico di Tricase dove è stato operato in seguito ai colpi ricevuti. Resta, tra le altre, ancora da recuperare l’arma utilizzata nella sparatoria. Il killer ha deciso di consegnarsi spontaneamente alla giustizia, sapendo di essere stato riconosciuto da molti testimoni presenti al momento in cui ha sparato (ci sono anche i filmati delle telecamere di sorveglianza), ma non ha portato con sè la pistola usata.