Sbarchi, Terre des Hommes: Primo obiettivo Frontex Plus è soccorso

Roma, 28 ago. (LaPresse) – “Il primo obiettivo della nuova missione Frontex Plus deve essere la salvezza di vite umane”. Lo scrive Terre des Hommes alle istituzioni europee sottolinenando che quindi Frontex Plus “va indispensabilmente accompagnata da altre azioni, come l’apertura di corridoi umanitari per le vittime di guerra e il rafforzamento di politiche e programmi efficaci per garantire protezione e tutela dei diritti umani nei paesi d’origine e prevenire i grossi flussi migratori”.

“Solo in questo modo si potranno evitare tragedie come i continui naufragi nel Mediterraneo e le morti causate dall’impossibilità di trovare rifugio immediato in luoghi sicuri per la popolazione civile colpita dai conflitti”, dichiara Raffaele K. Salinari, presidente della Federazione Terre des Hommes.

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ekp/cls

281551 Ago 2014

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Roma, 28 ago. (LaPresse) – “L’accordo tra il ministro Angelino Alfano e Commissaria Europea Cecilia Malmström può essere considerato un passo in avanti verso una europeizzazione delle responsabilità di soccorso dei migranti e una maggiore attenzione verso i loro diritti inalienabili, ma occorre che i singoli stati membri e l’Unione Europea facciano molto di più”, sostiene Salvatore Parata, Rappresentante all’Unione Europea di Terre des Hommes.

La Federazione Internazionale Terre des Hommes, con la sua Campagna ‘Destination Unknown’ è attiva nella protezione dei bambini migranti, incluso minori stranieri non accompagnati, con progetti di accoglienza, assistenza psicosociale e giuridica in Italia (Sicilia, con il progetto Faro), Malta (con l’associazione Kopin), Grecia (Arsis) e Cipro (Hope for Children) nonche’ in Europa Centrale e Sud-Orientale. Nel febbraio 2014, la Federazione ha tenuto una conferenza al Parlamento Europeo di Bruxelles durante il quale Cecilia Malmström rispondeva cosi alla sfida della protezione di minori migranti in Europa lanciate da Farah, un giovane migrante Somalo rifugiato a Malta.

“E’ proibito trattenere i bambini migranti – ha detto Malmström -. Essi devono avere l’assistenza e l’accesso agli stessi servizi sociali degli altri bambini: questa è la legge europea. Storie drammatiche come quelle di Farah dimostrano come sia difficile raggiungere l’Europa, ma anche come l’Europa si arricchisca della presenza sul suo territorio di talenti e grandi passioni portate dai giovani come lui. Cambiare le modalità di entrata – ha concluso – in Europa è la nostra sfida più grande e difficile, tenendo anche in considerazione l’ascesa del populismo e della xenofobia”.

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