Seul (Corea del Sud), 17 ago. (LaPresse/AP) – I cristiani non arrivano in Asia “per conquistare” cercando di sottrarre l’identità ma come partner per dialogare. Lo ha detto Papa Francesco nel corso di una riunione che ha tenuto questa mattina con i vescovi dell’Asia nel santuario di Hemi, in Corea del Sud. La cosa più importante, secondo il pontefice, è “camminare insieme”. Il portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi, ha spiegato che le parole del Papa erano riferite non solo alla Cina ma anche a tutti i Paesi con cui la Chiesa non ha relazioni diplomatiche: Corea del Nord, Vietnam, Birmania, Laos, Bhutan e Brunei.
IL PONTEFICE GESTICOLA E SUSCITA L’ILARITA’ DELLE RELIGIOSE – Il Papa ha scatenato più volte le risate delle religiose, che lo ascoltavano in silenzio assoluto e con lo sguardo rapito, nell’ultimo appuntamento della giornata in Corea del Sud. Bergoglio ha parlato in italiano, con la traduzione in coreano, fortemente gesticolando, mostrando prima l’orologio, poi sollevando la mano per indicare l’elitottero che decollava.
BERGOGLIO: DECOLLIAMO O FINIAMO SCASCIATI SULLA MONTAGNA – “Abbiamo un problema. Se c’è una cosa che mai si deve trascurare è la preghiera. Ma oggi faremo la preghiera da soli. Vi spiego. Noi non possiamo pregare i Vespri adesso insieme. Abbiamo un problema di tempo. Se non decolliamo in tempo con l’elicottero, c’è pericolo di finire scasciati sulla montagna”, ha detto Papa Francesco, ieri sera, di fronte a cinquemila suore della comunità di Kkottognae, dove era in programma la preghiera dei Vespri.