Palermo, 14 ago. (LaPresse) – La Direzione investigativa antimafia di Agrigento ha sequestrato e confiscato beni per 6,5 milioni di euro riconducibili esponenti di Cosa nostra agrigentina.
I provvedimenti hanno colpito i beni riconducibili al boss mafioso Giuseppe Falsone, 44 anni, arrestato il 25 giugno 2010 a Marsiglia dopo dieci anni di latitanza, e a Giuseppe Capizzi, 45 anni, ritenuto elemento di spicco della famiglia mafiosa di Ribera. Destinatari dei provvedimenti anche gli imprenditori Giovanni Marino, 47 anni, e Ferdinando Bonanno, deceduto a marzo all’età di 73 anni.
Ai quattro sono stati sequestrati: un’impresa con sede a Campobello di Licata, destinata alla coltivazione di cereali e all’allevamento di animali, e 347 capi di bestiame; 13 fabbricati e un terreno agricolo a Campobello di Licata; alcune quote sociali della ‘LA.E.S. Srl’ (Lavori Edili e Stradali S.r.l.); un’auto; un’impresa a Ribera che opera nel ramo delle colture miste viticole, olivicole e frutticole; due terreni in provincia di Agrigento; il saldo attivo di un conto corrente acceso presso un istituto di credito di Ribera; partecipazioni azionarie nella società ‘Eurospin Sicilia Spa’, che opera nel settore della grande distribuzione alimentare, con sede a Catania e punti vendita in diverse province della Sicilia; quote societarie in una società con sede a Paternò, nel Catanese, con oggetto sociale l’attività di commercio all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti alimentari.