Perugia, 13 ago. (LaPresse) – E’ con un primo piano di Don Gelmini, accompagnato dalla scritta ‘Ciao Don!’ che la Comunità Incontro dice addio al suo fondatore. Don Piero Gelmini, 89 anni, si è spento nella tarda serata serata di ieri a Molino Silla di Amelia, la sede centrale della comunità, da lui creata nel 1963. Da tempo era malato. I funerali si svolgeranno domani alle 10.30 proprio nella sede prinicpale della Comunità. Da oggi, invece, è aperta la camera ardente.
Chiamato da tutti semplicemente ‘Don’ o ‘Papà’, Don Pierino Gelmini nasce a Pozzuolo Martesana, in provincia di Milano, il 19 gennaio 1925. Diventa sacerdote nel 1949, consacrato nel Duomo di Grosseto. Per dieci anni è parroco in zone povere e di miniera, poi viene chiamato in Vaticano come segretario dell’allora arcivescovo di Buenos Auires, il cardinale Santiago Luis Copello.
A cambiare la sua vita – e quella di migliaia di giovani – è l’incontro con Alfredo Nunzi, un ragazzo di strada, avvenuto il 13 febbraio del 1963. E’ lui a portare il sacerdote verso la strada della Comunità e dell’aiuto ai tossicodipendenti. In viale Vaticano, tra l’indifferenza e la critica di molti, Don Pierino comincia ad ospitare i primi ragazzi incontrati sulla strada.
Nel 1969 si trasferisce – sempre a Roma – in una casa più ampia, all’Infernetto, vicino a Casal Palocco, nei pressi del porto di Ostia. Cominciano ad arrivare da lui i primi ragazzi tossicodipendenti da eroina. Ed è là che, ospitando – ancora senza tempi o criteri precisi – ragazzi che si rivolgono a lui, curando la loro assistenza legale e visitandoli in carcere, Don Pierino mette progressivamente a punto uno stile di vita e delle regole che costituiranno l’ossatura ed una iniziale struttura organizzativa della Comunità Incontro.
Il 27 settembre 1979 nasce a Molino Silla (Perugia) il primo nucleo o di quella che, negli anni, sarebbe diventata una realtà di livello internazionale, fino ad avere un seggio all’Onu come Organizzazione non governativa. Oggi, Molino Silla è la casa madre e il centro operativo della Comunità Incontro, con 164 sedi residenziali in Italia e 74 sedi residenziali in altri Paesi (Spagna, Francia, Svizzera, Slovenia, Croazia, Thailandia, Bolivia, Costa Rica, Brasile, New York e Gerusalemme). In Italia sono 180 i gruppi d’appoggio sparsi in tutto il Paese.
Obiettivo della Comunità, sancito dal suo statuto, è “l’assistenza ai tossicodipendenti, alcolisti, anziani, portatori di menomazioni psichiche e fisiche ed a quanti siano emarginati, abbandonati od in particolari condizioni di necessità”. Si tratta di centri di pre-accoglienza, di accoglienza, di formazione, scolastici, spirituali, sanitari, professionali, artigianali, agricoli, zootecnici, di attività marinara, per adolescenti, per bambini, per famiglie, per bambini della strada.
La vita di Don Gelmini è stata anche costellata da qualche ombra. Negli anni 70 ebbe guai con la giustizia: condannato per emissione di assegni a vuoto e truffa, scontò quattro anni. Nel 2010 fu rinviato a giudizio con l’accusa di molestie sessuali nei confronti di alcuni giovani ospitati dalla Comunità Incontro, ma a causa delle sue precarie condizioni di salute le udienze furono rinviate.