Chirurghi estetici contro Instagram: Alimenta ritocchi inutili

Milano, 2 ago. (LaPresse) – Chirurghi estetici sul piede di guerra contro Instagram. A dirlo, per nome dell’Associazione americana di chirurgia plastica, è Renato Calabria, il ‘chirurgo delle dive’, che lavora tra Milano, Roma e Hollywood. Il dato è inequivocabile: un chirurgo su tre ha visto aumentare le richieste di interventi da parte di pazienti insoddisfatti della loro immagine sui social media; in particolare i ritocchi per piccole zone del volto sono cresciuti del 10%, soprattutto tra gli under 30. Stesso boom per rinoplastica (+10%), trapianto di capelli (+7%) e lifting delle palpebre (+6%).

Nello studio dell’associazione ‘American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery’, condotto su 2700 chirurghi plastici, si evidenzia che il 30% di questi ritocchi non è affatto necessario e che i social network alimentano una sorta di ansia fra i pazienti, sia adulti sia adolescenti. Piattaforme come Instagram, Snapchat, basate essenzialmente sulle foto, costringerebbero i pazienti a mettere sotto il microscopio la propria immagine e a guardarsi con un occhio più critico rispetto a prima. Colpa, anche, della selfie-mania.

“Da quando Ellen Degeneres ha scattato il famoso selfie” la notte degli Oscar, spiega Renato Calabria, “i social network hanno sicuramente creato un market più vasto per quanto riguarda la chirurgia plastica. Sempre piu spesso capita che un paziente venga in studio perché sui social network si vede con un viso più stanco, con le occhiaie o un sorriso che non è più quello di una volta”. Ma non si tratta di un fenomeno solo giovanile, avverte il medico: “anzi, sono soprattutto i baby boomers degli anni ’40-’50 e ’60 che usano i social network, i pazienti che si rivolgono al chirurgo perché iniziano a vedere dei piccoli difetti del peso dell’invecchiamento, enfatizzati proprio dai social network”.

E così via alla blefaroplastica, ai nasi nuovi e ai lifting. Senza dimenticare, ovviamente, il lato B. Così, mentre i vip pubblicato le foto del loro sedere, la gente comune corre ai ripari e per essere all’altezza chiede al medico un ritocchino anche lì. Il risultato? Nel 2013 la gluteoplastica è cresciuta del 16%. “Gli interventi più richiesti – dice Calabria – sono il modellamento dei glutei con liposuzione e l’aumento del volume con innesto di grasso e cellule staminali”. “La mia preoccupazione – conclude il chirurgo – è che da questa mania siano colpiti anche gli adolescenti. E questo allarme dimostra quanto chi opera in questo settore sia responsabile”.