Papa: Ci sono più cristiani perseguitati oggi che nei primi secoli

Città del Vaticano, 24 lug. (LaPresse) – Diverse volte Papa Francesco è tornato sulla questione delle persecuzioni nel mondo contro i cristiani. “Ci sono più cristiani perseguitati oggi che nei primi secoli”, ha detto nel suo intervento recente più significativo sul tema, presiedendo la messa a Santa Marta 30 giugno scorso, il giorno in cui si ricordano i Santi Protomartiri della Chiesa romana, crudelmente uccisi alle pendici del Colle Vaticano per ordine di Nerone dopo l’incendio di Roma nel 64.

“Oggi – ha spiegato – ci sono tanti martiri, nella Chiesa, tanti cristiani perseguitati. Pensiamo al Medio Oriente, cristiani che devono fuggire dalle persecuzioni, cristiani uccisi dai persecutori. Anche i cristiani cacciati via in modo elegante, con i guanti bianchi: anche quella è una persecuzione. Oggi ci sono più testimoni, più martiri nella Chiesa che nei primi secoli. E in questa messa, facendo memoria dei nostri gloriosi antenati, qui a Roma, pensiamo anche ai nostri fratelli che vivono perseguitati, che soffrono e che con il loro sangue fanno crescere il seme di tante Chiese piccoline che nascono. Preghiamo per loro e anche per noi”.

“Sappiamo che non c’è crescita senza lo Spirito: è Lui che fa la Chiesa, è Lui che fa crescere la Chiesa, è Lui che convoca la comunità della Chiesa. Ma – ha aggiunto il Pontefice – anche è necessaria la testimonianza dei cristiani. E quando la testimonianza arriva alla fine, quando le circostanze storiche ci chiedono una testimonianza forte, lì ci sono i martiri, i più grandi testimoni. E quella Chiesa viene annaffiata dal sangue dei martiri. E questa è la bellezza del martirio. Incomincia con la testimonianza, giorno dopo giorno, e può finire come Gesù, il primo martire, il primo testimone, il testimone fedele: con il sangue”.

“Abbiamo sentito – ha proseguito – il Vangelo, questo che dice al Signore di seguirlo, ma gli chiede una condizione: andare a congedarsi o a seppellire il padre. Il Signore lo ferma: ‘No!’. La testimonianza è senza condizioni. Deve essere ferma, deve essere decisa, deve essere con quel linguaggio che Gesù ci dice, tanto forte: ‘Il vostro linguaggio sia sì, sì, no, no’. Questo è il linguaggio della testimonianza”, ha spiegato Francesco.

“Oggi – ha concluso il Papa – guardiamo questa Chiesa di Roma che cresce, irrigata dal sangue dei martiri. Ma anche è giusto che noi pensiamo a tanti martiri di oggi, tanti martiri che danno la loro vita per la fede”.