Ambiente, Ispra: L’Italia è sempre più rumorosa, edificata e franosa

Milano, 24 lug. (LaPresse) – Qualità dell’aria in Italia soddisfacente nel 2012 per il biossido di zolfo e il benzene, insoddisfacente per particolato atmosferico, ozono, biossido di azoto. Il consumo di suolo viaggia ad una media di oltre 8 metri quadri al secondo a livello nazionale. Questi alcuni dei dati resi noti oggi dall’Ispra e contenuti nell’Annuario dei dati ambientali, e nel Rapporto Rifiuti Urbani, presentati oggi a Roma alla presenza del Ministero dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Il filo rosso che sembra legare i due Report, è il fatto che i problemi del nostro ambiente sono quasi tutti causati dall’uomo, che sembra essere il vero responsabile dei diversi fattori di pressione. Tra i tanti dati forniti dai due Report, si evidenziano, in particolare, quelli legati al rumore e quelli relativi alla produzione e alla raccolta differenziata dei Rifiuti.

L’Italia è un paese rumoroso, dove l’inquinamento acustico rappresenta ormai uno dei maggiori problemi ambientali. Secondo l’Annuario dei dati ambientali il 42,6% delle sorgenti di rumore oggetto di controllo, nel 2012, ha presentato almeno un superamento dei limiti normativi. I controlli sono stati più diffusi per quanto riguarda le attività di servizio e commerciali (il 57,7%) seguite dalle attività produttive (31,5%): una delle possibili risposte a questo problema sempre più sentito è la classificazione acustica, che deve essere approvata dai comuni: al 31 dicembre 2012 esisteva solo nel 51% dei centri abitati italiani. Le regioni con la percentuale di comuni zonizzati più elevata rimangono Marche e Toscana (97%), Valle d’Aosta (sale al 96%), Liguria (84%), Lombardia (sale all’83%), mentre quelle che registrano percentuali inferiori al 10% sono Abruzzo (7%), Sardegna (3%) e Sicilia (1%). La percentuale di popolazione residente in comuni che hanno approvato la classificazione acustica è pari al 56,5%, con forte disomogeneità sul territorio nazionale.

Sul versante rifiuti urbani, confermato, anche per il 2013, il trend in calo degli ultimi anni essenzialmente dovuto alla crisi economica. Nel 2013 l’Italia ha prodotto quasi 400 mila tonnellate in meno rispetto al 2012 (-1,3%), – 2,9 milioni di tonnellate rispetto al 2010 (-8,9%), un valore inferiore anche a quello del 2002. La Campania al secondo posto tra le Regioni che fanno la differenza al Sud, differenziando quasi la metà dei rifiuti prodotti ( 44%), il secondo posto dopo la Sardegna (51%). Tornando al consumo di territorio, in termini assoluti sono irreversibilmente persi circa 22.000 chilometri quadri, sui circa 300mila del territorio nazionale. Nel 2012 le stime del consumo di suolo a livello regionale mostrano che in 15 regioni viene superato il 5% di suolo consumato, con le percentuali più elevate in Lombardia e in Veneto (oltre il 10%) e in Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia (valori compresi tra l’8 e il 10%). In merito al dissesto idrogeologico causato dagli interventi umani, in Italia le frane censite sono 499.511 e interessano un’area di 21.182 chilometri quadri, pari al 7% del territorio nazionale. Nel 2013 sono stati censiti 112 eventi principali di frana, distribuiti su gran parte del territorio italiano.